Sabato 23 e domenica 24 marzo le Giornate FAI di Primavera, occasione per scoprire un rione speciale

Sabato 23 e domenica 24 marzo si terranno in tutta Italia le Giornate FAI di Primavera. Per l’occasione i giovani ciceroni degli Istituti Superiori “Remo Brindisi” di Lido degli Estensi e “Guido monaco di Pomposa” di Codigoro, seguiti dai volontari comacchiesi, ci porteranno alla scoperta di uno dei quartieri di Comacchio più suggestivi ma talvolta inesplorato: il quartiere Carmine. 

La visita partirà dalla seicentesca Loggia del Grano, detta “dei Mercanti,” luogo un tempo adibito ad area di commercio e alla conservazione delle derrate cittadine. Il riflesso della Torre Civica lungo il canale di via Cavour indicherà ai nostri sguardi la chiesa del Suffragio. Nonostante sia anche conosciuta come chiesa di Sant’Antonio, questa ci testimonia una curiosità devozionale, perché come tutte le chiese della città (escluso il Duomo) è dedicata alla Madonna, in questo caso quella del Suffragio, come ci ribadisce la grande tela raffigurante la Madonna col Bambino con le anime del purgatorio abbeverate da Sant’Antonio. L’opera rimane la solida testimonianza secentesca di un edificio che a seguito di restauri del secolo scorso ha stravolto la sua veste architettonica e accresciuto le sue funzioni, diventando anche Sacrario dei Caduti. 

Un monumento immateriale di questa città delle acque è la peculiare storia delle sue genti, che non si mancherà di raccontare davanti “al Palason”, il rifugio delle famiglie più povere d’un tempo. Si potranno rivedere le donne ai bordi del canale che coi loro secchi attendevano il barcone-cisterna che riforniva l’abitato di acqua potabile. Questa era attinta nella località detta “Fontana”, oggi San Giuseppe, e percorrendo il Canale della Botte, entrava a Comacchio proprio da questo quartiere. 

La barca degli acquaioli attraversava quei canali che separavano quelle che ancora oggi sono vere piccole isole collegate dai ponti, architetture ricurve che portano il nome di uomini passati, come il Ponte di Pasqualone, o il Ponte del Teatro, nel cui epiteto si preserva l’unico ricordo del settecentesco Teatro Felletti.

È la chiesa della Beata Vergine del Carmelo (foto, ndr) a dare il nome al quartiere. Costruita nel 1605 con le donazioni dei residenti, costituirà il vero tesoro della visita, con la sua facciata modesta, ma musicata dalla bella torre campanaria. All’interno, animato dai dipinti del pittore ferrarese contemporaneo Taglietti, spicca la ricca àncora lignea che custodisce la statua della Madonna col Bambino, cuore pulsante di questo silenzioso rione. 

Pieraldo Ghirardelli

Pubblicato sulla “Voce” del 22 marzo 2024

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