I numeri UAAR sono inesatti: è molto lieve (mezzo punto) il calo di chi a scuola sceglie l’insegnamento della religione cattolica

Durante questo tempo di iscrizione alle classi prime di ogni ordine e grado sono entrate in circolazione varie percentuali sugli avvalentesi e non dell’ora di religione. Il titolo più ricorrente sui mezzi di informazione è stato: “Fuga dall’ora di religione”. Certo trentacinque anni fa quasi tutti gli studenti aderivano all’ora di religione, oggi non è più così. Dato per scontato che in un clima di democrazia esiste la possibilità di avvalersi e non avvalersi, tuttavia occorre avvicinarsi il più possibile ai dati reali per comprendere in quale direzione si sta andando. 

Durante l’anno scolastico 2021-2022 (dati CEI) i non avvalentesi in Italia erano il 15,56% e il rimanente 84,44% desiderava frequentare l’ora di religione. Un anno dopo, nel 2022-2023 – l’Ufficio CEI  per l’insegnamento della religione cattolica ha comunicato che i non avvalentesi erano saliti al 15,95% e gli avvalendosi all’84,05%. Un calo, dunque, appena dello 0,39%. Siamo ben lontani allora dall’allarmante cifra del 26,71% di studenti in fuga dalle aule dove si attua l’insegnamento della religione cattolica, denunciato dall’UAAR, riferito invece al solo territorio ferrarese. Dato, quest’ultimo, comunque impreciso: i non avvalentesi dell’ora di religione a Ferrara e provincia sono, infatti, nel 2022/2023 (ultimi dati CEI disponibili) del 22,16%. 

In un clima di democrazia tutti possono avere una propria opinione, ma la verità va sempre salvaguardata. Da parte dei cattolici e di tanti esponenti laici si ritiene che la conoscenza della Bibbia e del cattolicesimo sia ritenuta una grande opportunità per conoscere il patrimonio storico, culturale ed artistico del nostro paese. A questo si aggiunge la motivazione umana. Durante l’ora di religione gli alunni hanno la possibilità di raccontare se stessi, di condividere sentimenti e speranze, preoccupazioni ed esperienze. Si impara il rispetto delle idee degli altri e ad avere il coraggio di sostenere le proprie. Inoltre si parla di pace, di ambiente, di amicizia, di lavoro, di volontariato. 

In conclusione, l’ora di religione serve per costruire la propria umanità, quando di umanità si avverte una grande carenza negli ultimi tempi. Dai sondaggi fatti si nota che fra gli avvalentesi c’è un discreto numero di studenti non cattolici, ragazzi di famiglie di religione islamica, buddisti e cristiani ortodossi. Come pure diversi alunni non credenti desiderano conoscere le radici cristiane della nostra nazione. A nessuno viene chiesto di lasciare la propria religione, ma soltanto di “conoscere”. In un tempo di diffuso fanatismo religioso, di violenza verbale, di guerre, di indifferenza verso i valori della persona è molto utile un’ora alla settimana per provare a comprendere se stessi e guardare con speranza il futuro.

Don Vittorio Serafini

Pubblicato sulla “Voce” del 9 febbraio 2024

Abbònati qui!

 

Continua a leggere