(“La Voce” del 4 dicembre 2020)

E così, anche la “giornata del laicato” online è alle nostre spalle.

Inutile negarlo: rendere digitale un’esperienza che più fisica non potrebbe essere – fatta com’è di persone riunite nella stessa stanza, che si vedono, si riconoscono, si abbracciano, raccontano, discutono, mangiano insieme – non è stata una decisione facile.

L’abbiamo presa nella certezza che proteggere il fratello da un contagio anche solo lontanamente possibile fosse un atto di amore. Tuttavia, un po’ di fatica c’è stata.

Ora, però, siamo più ricchi. Abbiamo fatto un’esperienza nuova e, forse, qualcosa in più abbiamo capito.

Abbiamo capito che la GdL è importante, ad esempio. Che è un’esperienza che dà corpo (materia, tangibilità) a quella che potremmo scambiare per un teorico assunto ecclesiologico, e cioè che la Chiesa è un albero che si divide in tre rami: i religiosi e le religiose che – già e non ancora! – contemplano il Regno di Dio, i sacerdoti che si mettono alla testa del gregge e se ne prendono cura e i laici, che guardano pazientemente e amorevolmente questo mondo, inventandosi ogni giorno nuovi modi per ordinarlo “secondo Dio”.

Se la GdL diventa un momento in cui i tre stati di vita si intrecciano e si fecondano reciprocamente, allora davvero la questione si fa importante.

E bella!

Bella non – genericamente – in quanto ogni esperienza di relazione ci arricchisce e rende la vita più degna. Bella in quanto ci conduce al cuore stesso dell’esperienza di Chiesa.

Abbiamo anche sperimentato definitivamente come i mezzi di comunicazione sociale siano, secondo l’intuizione della Inter Mirifica, che di questi tempi abbiamo visto citata più e più volte, “meravigliose invenzioni”.

Su questo, non si tornerà indietro.

La pandemia e tutte le restrizioni che sta causando finiranno (il più presto possibile, ci auguriamo!) e torneremo a incontrarci, ma questa capacità che abbiamo acquisito di fare una riunione senza spostarci da casa, di condividere documenti privi di peso, di entrare in un monastero senza disturbare la vita di preghiera… rimarrà con noi e, quando cesserà di essere un obbligo, si rivelerà per quello che è: un dono mirabile.

È per questi motivi che sabato 21 novembre quasi due ore di “Giornata del Laicato” online sono volate, con un collegamento col monastero del Corpus Domini, dal quale le monache clarisse ci hanno regalato un momento di preghiera a partire dal libro dell’Apocalisse, con la trasmissione in diretta di un commento del Vescovo Gian Carlo alla sua lettera di agosto, dove vengono tratteggiati i prossimi passi che attendono la nostra Diocesi, con due belle testimonianze – grazie, Alessandra! Grazie, Bernardetta! – sul tema della collaborazione tra parrocchie sia in forma spontanea, sia nella forma della Unità Pastorale.

Anche se può sembrare inappropriato dirlo di una riunione virtuale, alla fine dell’incontro c’era davvero un bel clima. Eravamo riusciti a creare comunione senza essere fisicamente presenti, e per questo ci siamo lasciati dandoci alcuni appuntamenti per “continuare il discorso”. In sintesi:

  • si chiede a tutti i laici della Diocesi di inviare le proprie considerazioni in tema di nascita delle Unità Pastorali. Le considerazioni possono essere inviate – in qualsiasi forma (uno scritto, un messaggio vocale, un video… oppure, perché no?, con un disegno o una canzone) all’indirizzo gdlcollaboro@gmail.com; un altro sistema per spedire la propria riflessione è compilare il modulo all’indirizzo https://tinyurl.com/yxdza2ev.

  • desideriamo iniziare la riflessione sul biennio eucaristico che ci attende, e lo faremo con 4 incontri di riflessione per piccoli gruppi, ai quali ci si può iscrivere all’indirizzo https://tinyurl.com/y3zlfha4

  • abbiamo sentito il bisogno di tornare a vederci a breve, per cui il prossimo incontro della GdL sarà sabato 16 gennaio prossimo, dalle 15 alle 17.

Un grandissimo grazie a tutti quelli che stanno lavorando per rendere possibile questa tessitura di legami all’interno del laicato e, più in generale, nel cuore stesso della nostra Chiesa.

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