Comportamenti anomali spesso considerati “normali”, possono diventare una trappola per molte donne. È importante esserne consapevoli per uscirne

di Francesca Tani

Quando si parla di violenza all’interno delle relazioni si pensa a forme di aggressione fisica o sessuale. In realtà la violenza può presentarsi anche in forme non visibili come offese, critiche, mancanza di rispetto, controllo della libertà personale, menzogne. Queste sono alcune delle forme con cui si manifesta la violenza psicologica, ossia quella serie di comportamenti che mirano a svalutare una persona ponendola in una condizione di subordinazione e danneggiandone il benessere psicologico ed emotivo. La violenza psicologica utilizza perlopiù le parole come arma, per questo è più subdola e difficile da riconoscere rispetto a quella fisica. Gli uomini che la esercitano sono in genere affetti da un disturbo della personalità di tipo narcisistico, ossia caratterizzato da mancanza di empatia, bisogno di ammirazione e tendenza alla grandiosità. Si tratta di uomini apparentemente brillanti e attraenti che affascinano le vittime le quali, invece, si trovano intrappolate in relazioni tossiche. 

Di.re., la rete italiana dei centri antiviolenza ha di recente condotto un’analisi comparata tra i dati Istat e quelli raccolti tramite le loro strutture. Emerge che la forma di violenza maggiormente subita sia proprio quella psicologica che riguarda il 73,6% dei casi. Seguono i soprusi fisici con il 62,1%, quelli economici con il 30,7%, lo stalking con il 16,1% e la violenza sessuale con il 13,5.

Riconoscere la violenza psicologica purtroppo non è facile, proprio perché meno visibile, questo fenomeno viene spesso sminuito o negato, o nei casi peggiori nascosto dalle vittime. Queste ultime spesso vivono da tempo un rapporto di coppia complicato e hanno finito per considerare comportamenti inaccettabili come “normali”. Ci sono, però, dei comportamenti anomali che, se ripetuti nel tempo e non ridotti ad un singolo episodio, sono da considerare come campanelli dall’allarme. Svalutazione della vittima attraverso una continua serie di critiche, che vanno dall’abbigliamento al modo di vivere: critiche infondate col solo obiettivo di umiliare. Il silenzio, attuato mediante l’indifferenza e l’interruzione della comunicazione, che crea sensi di colpa e inadeguatezza e apre la strada ad ansia, disagio e insicurezza. Atteggiamenti aggressivi che fanno sentire la donna inadeguata. Gelosia patologica ossia una forma di gelosia morbosa e non giustificata da dati oggettivi. Controllo della vittima mediante il monitoraggio di spostamenti, conversazioni telefoniche, chat o direttamente, tramite domande spesso insistenti, oppure, tramite una violazione della privacy, ad esempio sottraendo il cellulare alla donna senza il suo consenso per spiarne l’attività. Discredito delle persone vicine come familiari e amici della donna, così da allontanarla da loro e isolarla. Ricatti o minacce per renderla succube delle richieste del partner. Fa parte del maltrattamento psicologico anche il maltrattamento economico che mira a rendere la vittima completamente dipendente da questo punto di vista. Il lavoro è un ottimo modo di interagire con l’esterno e crearsi un’indipendenza oltre che economica anche affettiva e personale. 

Una volta riconosciuto il problema come uscirne? Innanzitutto occorre accettare che un rapporto basato su atteggiamenti distruttivi e svilenti non è sano e non c’è la possibilità di migliorarlo in futuro. Gli uomini così non cambiano anche se le vittime, generalmente, pensano che con i propri sforzi e con il passare del tempo le violenze cesseranno o diminuiranno. Reagire alla violenza psicologica non è facile, soprattutto quando sono coinvolte tante emozioni. La paura, la solitudine e la scarsa autostima possono diventare un ostacolo. Ma è un passo necessario per ritrovare la serenità e uscire da una trappola psicologica travestita da amore. 

A Ferrara ci si può rivolgere al Centro Donna e Giustizia dedicato a tutte le donne sole o con figli/e che richiedono assistenza sociale, psicologica, legale e telefonica, informazione e sostegno in materia di difesa dei diritti civili, per contrastare la violenza di genere e le discriminazioni contro le donne. Il Centro Donna e Giustizia ha attivato progetti per il sostegno delle donne che subiscono violenza, delle vittime della tratta e delle donne che si prostituiscono. Non abbiate paura di denunciare, un uomo non deve essere la vostra rovina, ma la vostra felicità.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 3 marzo 2023

Abbonati qui alla nostra rivista!

Continua a leggere