Il piano pastorale del nuovo progetto comunitario a Ferrara: ascolto, gioia e carità

“Canta e cammina”, il piano pastorale della neonata Unità pastorale del Corpus Domini e Sant’Agostino a Ferrara, nasce dall’ascolto: ascolto di sé, prima di tutto, e ascolto degli altri, con l’ardire di corrispondere allo stile umile di Dio. Per giungere alla stesura definitiva, in questo tempo in cui la chiesa di S. Agostino è chiusa per lavori e tutte le celebrazioni e le attività parrocchiali si fanno a al Corpus Domini, sono stati fatti molti incontri, sia come Consiglio Pastorale che con i fedeli, perché come in un coro, l’unità non richiede l’uniformità ma la varietà delle voci, la polifonia.

Da questo cammino sinodale come Unità pastorale è emerso un documento che ha come leit motiv la gioia del fare: già il titolo, “Canta e cammina”, richiama il concetto di faticosa allegria: il cantare è espressione di gioia e, se pensiamo a ciò con un po’ più di attenzione, è espressione di amore. Abbiamo dunque la superbia di voler intraprendere un cammino di allegra santità, per parafrasare le parole di San Giovanni Bosco. In tutto il testo sono disseminati termini come “gioia”, “allegria” e anche “fatica”, per ricordare che nella luminosità dell’incontro e dell’impegno, è implicita la fatica dell’ascolto, della condivisione, del mettersi al servizio.

La fase sapienziale del Sinodo diventa parte integrante del piano pastorale stesso, non solo per il sotteso richiamo nel titolo, ma perché in tutto il documento emerge chiaramente «l’esigenza di aprire strade da percorrere perché tutti abbiano posto nella Chiesa, a prescindere dalla loro condizione socio-economica, dalla loro origine, dallo status legale, dall’orientamento sessuale». Ed è questo posto, questa partecipazione, questa presenza del singolo che si ricerca e ci si propone di perseguire nel corrente anno pastorale: è nel proposito di portare l’annuncio del Divino fuori dalle mura della chiesa, per aprirsi alla città, e accogliere voci e proposte nuove, anche estranee al mondo prettamente religioso, per un confronto maturo e aperto.

Per poter fare, prima bisogna guardarsi dentro e guardare gli altri: “da poveri, aprire gli occhi sui poveri”. Lasciare che Gesù ci apra gli occhi, poi guardare con gli occhi di Gesù, che fissa lo sguardo su di noi e ci ama, che vede un pubblicano e gli chiede di seguirlo, che vede le folle e ne ha compassione. Gesù guarda, e nel guardare c’è la trasmissione dell’immenso amore del Padre e il riconoscimento dell’individualità di ciascuno immersa nel progetto divino, lo sguardo di Gesù che ci alza sempre. Uno sguardo che ci porta su, e mai ci lascia lì.

Ma Gesù non si limita a guardare: dopo aver guardato, agisce; il guardare non deve essere solo contemplazione ascetica, ma concreta apertura ai bisogni degli altri. Da qui la dedizione della San Vincenzo parrocchiale (che a breve prenderà forma di Caritas), che si impegna da anni a portare conforto a chi ne ha più bisogno; da qui il desiderio di unirsi e fare rete, pescatori di chi non sa dove cercare aiuto, organizzando incontri e occasioni di socialità, perché per aiutare prima bisogna conoscere; da qui l’impegno concreto di riqualificare gli oratori delle due chiese, perché diventino punto di incontro per ragazzi e adulti.

Alla base del fare comunità c’è la condivisione che passa anche attraverso il cibo: i momenti forti della vita sono spesso collegati a momenti conviviali. Tutto il cammino che ci si propone (il guardare, il cantare, il camminare, il fare) acquista senso solo se prima di tutto, e davanti a tutto, poniamo la Mensa Eucaristica, il banchetto dove la Parola diventa azione, dove gli individui diventano Chiesa. Dire che la Messa è il centro di tutto diventa quasi ridondante, ma forse non è mai abbastanza sottolineato: prima dell’incontro con gli altri, c’è l’incontro con Cristo. Ci dice «Io e il Padre siamo una cosa sola», «non faccio nulla da me stesso»: se Lui, che è il Cristo, vive in costante comunione col Padre, come possiamo noi guardare, cantare, camminare, fare senza una vera e profonda relazione con Lui?

Don Michele Zecchin

(Foto: la prima castagnata dell’UP – novembre 2022)

Pubblicato sulla “Voce” del 22 dicembre 2023

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