di Piero Stefani

Era il 29 dicembre 1943; attorno alle 13,30 dal cielo piovvero bombe sganciate dagli aerei dell’USAAF. Dovevano colpire la stazione, caddero soprattutto sui quartieri Giardino e Arianuova; le vittime accertate furono 312. Fu solo l’inizio, seguirono parecchie altre incursioni. A fine aprile 1945 le vittime ammontavano a 1072. Il secondo bombardamento ebbe luogo 28 gennaio 1944, i morti furono 202. Le bombe colpirono anche il centro città. La cattedrale fu seriamente danneggiata nella parte ubicata nei pressi del campanile. A essere sbriciolata fu pure la quattrocentesca “Madonna del corridoio” (pazientemente ricomposta, si trova ora a Schifanoia). Nel 2008 grazie all’impegno di più persone – tra le quali l’architetto Carlo Bassi che è giusto ricordare nel centenario della nascita – sulla parete prospicente il campanile è stata collocata una copia della Madonna, accanto a essa vi è una lapide su cui è scritto: «In questo luogo della loro cattedrale squarciato dalle bombe il 28 gennaio 1944, i ferraresi vogliono ricordare tutti i loro figli caduti inermi per violenza cieca nei mesi conclusivi della seconda guerra mondiale. Qui era l’immagine quattrocentesca venerata con il nome di “Madonna del Corridoio” distrutta in quel giorno tragico e ricomposta dalla pietà degli uomini. Sia la regina della pace – contro l’ignominia di tutte le guerre – a pacificare il mondo con abbraccio materno “sotto un bianco cielo quieto”».

Il frammento del verso di Montale (tratto da Ossa di seppia) esprime la speranza che il sereno nitore del cielo trovi una sua corrispondenza in una riconciliata convivenza umana. Dopo un quindicennio, la «regina della pace» vede davanti ai propri occhi un mondo ben diverso da quello sperato: troppi cieli sono solcati da ordigni di morte che dall’alto si abbattono su popolazioni inermi. “Troppi” è titolo obbligato per il concerto di composizioni sacre contemporanee del coro Euphoné dedicato alle vittime dei bombardamenti di ieri e di oggi. Il concerto in programma nel Monastero del Corpus Domini di Ferrara il 29 dicembre alle ore 17, con la partecipazione di due cantanti ucraine (Olga Boshtan e Oksana Kovalev), è un segno che non ha bisogno di spiegazioni. Il pensiero va pure verso tante altri parti, in primis Gaza, del nostro pianeta reso cruento dai suoi violenti abitatori. La generosa ospitalità delle suore Clarisse fa sì che il concerto trovi la sua ambientazione più giusta in un luogo in cui l’ascolto e la riflessione si incontrano con la preghiera.

Non c’è alcun dubbio che ottanta anni fa il nazifascismo dovesse essere sconfitto. Anche oggi ci sono sopraffazioni e violenze a cui non è dato di cedere il passo.  Con tutto ciò, i bombardamenti contro civili inermi resta uno dei sigilli più brucianti dell’«ignominia di tutte le guerre».

Pubblicato sulla “Voce” del 22 dicembre 2023

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