Il ricordo di Papa Benedetto XVI e di mons. Luigi Negri nelle parole del Vescovo di fine anno

Ferrara-Comacchio, 31 dicembre 2022

S.E. Mons. Gian Carlo Perego

Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

 

Cari fratelli e sorelle, concludiamo oggi un Anno che non è stato facile perché travolto da una guerra alle porte dell’Europa, in Ucraina, che ha segnato profondamente l’economia, la vita sociale, ha riproposto il tema del disarmo, ha segnalato l’incapacità di mediazione e di dialogo, ha provocato la nostra fede e testimonianza cristiana a ricercare la pace e la giustizia. Accanto a questo l’anno che sta per concludersi è stato attraversato ancora da problematiche sanitarie che hanno reso difficili gli incontri, i rapporti anche ecclesiali. Nonostante questo, il Signore ci ha baciato anche quest’anno con la sua grazia che è vita, lavoro, esperienza e testimonianza di fede, carità, condivisione, gioia e dolore, fatica e speranza. Ho incontrato molti ragazzi che hanno concluso con la Cresima il percorso di iniziazione cristiana, i nostri sacerdoti hanno celebrato Battesimi e matrimoni, molte persone si sono riaccostate nei tempi forti e nelle feste al sacramento della Confessione, molti hanno lasciato questo mondo con la benedizione del Signore e l’Unzione dei malati, alcuni hanno fatto una scelta ministeriale o diaconale: la grazia del Signore, il suo Spirito ha attraversato le nostre comunità ha abitato nei nostri cuori e alimentato la speranza. Abbiamo poi vissuto la grazia, in comunione con la Chiesa universale e le Chiese in Italia, di iniziare il primo anno del cammino sinodale, cammino di testimonianza di fede, ma soprattutto di conversione pastorale. Di tutto questo ringraziamo il Signore al termine di questo anno. Anche la Parola di Dio, che ci ha accompagnato e preso per mano in ogni giorno dell’anno ci accompagna nella recita del Te Deum, della preghiera di ringraziamento al Signore. Oggi è l’apostolo Giovanni che ci scrive perché non abbiamo paura, difronte alle minacce, alle contro testimonianze in ordine alla fede, agli abbandoni. L’apostolo, al termine di questo Anno ci assicura, che la fede nel Signore, che è verità, illumina i nostri passi, e ci invita a non temere. E’ bella questa sottolineatura che Giovanni fa della fede come ‘conoscenza’, che significa che la fede non è illusione, non è confusione, ma ordine e capacità di leggere la storia, gli avvenimenti e interpretarli alla luce della fede. Al termine di un anno non facile sentiamo particolarmente il bisogno di questa conoscenza, che è un dono dello Spirito. E’ il dono che ha avuto anche l’apostolo Giovanni nello scrivere il prologo al suo Vangelo, che oggi rileggiamo. Giovanni riscrive la storia umana a partire dal Verbo, dalla Parola che è Dio e che entra nella storia per diventare luce per gli uomini. Ma gli uomini, nonostante la testimonianza di Giovanni il Battista, non comprendono la Parola, che è Gesù Cristo. Il Dio, ricco di misericordia, però, ci regala suo Figlio, che viene ad abitare in mezzo a noi, ascolta e dialoga, cammina tra la gente, “pieno di verità e di grazia”, cioè come Maestro che insegna e perdona, come Salvatore.  Il suo passaggio nella storia riempie di grazia anche la nostra vita, la vita di tutti, facendoci conoscere il volto del Padre e il nostro volto di figli e fratelli. Ogni anno noi contempliamo questa grazia che irrompe nella storia. Di questa grazia, di questa presenza di Dio nella storia che ci trasforma ha parlato molte volte nel ministero episcopale in questa Chiesa di Ferrara-Comacchio il venerato Arcivescovo Luigi Negri, che oggi ricordiamo a un anno dalla sua morte. La sua presenza e le sue parole, la sua testimonianza di fede è ancora viva in tanti di noi. Nell’omelia del Te Deum del 2016, il suo ultimo come Arcivescovo,  sottolineava, pur riconoscendo la malattia e la fatica che viveva, “la responsabilità di brandire l’avvenimento della fede, di viverlo con autenticità, di proporlo con verità a tutti gli uomini e donne che ci circondano” E continuava: “Tutta la forza e la letizia della nostra esistenza sta proprio nel fatto che noi ottemperiamo realmente a questo compito che ci deriva dal battesimo; il compito della nuova evangelizzazione, che è riportare il mistero di Cristo a contatto con la vita e le istanze profonde del cuore dell’uomo nello svolgersi della sua quotidianità”. Oggi vogliamo ricordarlo come un fratello nell’Episcopato, come un Pastore che ha dato gli ultimi anni del suo ministero a questa Chiesa, seminando grazia su grazia, con forza e letizia. E oggi, per questa sua testimonianza di fede, contempla il Signore faccia a faccia, quel Signore Dio che ha amato e di cui nella sua vita ha annunciato le grandi opere, unitamente al Pontefice emerito che ha tanto amato, Papa Benedetto XVI, che oggi ci ha lasciato per essere accolto nella casa del Padre. Papa Benedetto XVI nominò nel 2012 Mons. Negri Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, dopo che era stato in visita apostolica nella Diocesi di S. Marino-Montefeltro, accolto dal Vescovo Negri. Servo buono e fedele, Benedetto XVI ci ha lasciato un ricco e profondo Magistero: la sua testimonianza di umiltà, anche nella sofferenza sono stati doni grandi per la Chiesa che conserveremo nel nostro cammino.

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