Fase sapienziale: solo 33 schede diocesane giunte nel 3° anno. Discernimento, c’è ancora molto da fare

Dopo la fase narrativa e la fase sapienziale, il Cammino sinodale delle Chiese italiane si avvia verso la fase profetica. 

Anche la nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio assieme alle altre 226 Chiese italiane, in questi giorni ha consegnato al Comitato Nazionale la sintesi diocesana. Compito del Comitato è quello di redigere un’unica sintesi che verrà consegnata, discussa e approvata dai Vescovi nella loro prossima Assemblea generale di fine di maggio, la quale darà poi avvio alla fase profetica, fase in cui verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio. Un cammino dunque che mai smette di andare e in cui ha deciso di farlo nell’unico modo che può farlo: insieme seguendo Gesù. Il 2025, anno giubilare, la Chiesa italiana sarà in grado di consegnare ad ogni Diocesi un “Libro Sinodale” per la recezione e verifica successiva. Ancora una volta è importante far memoria di come abbiamo lavorato fin qui: le consultazioni, le sintesi, le restituzioni e poi di nuovo l’ulteriore ascolto chiamato “discernimento”, tutto in una circolarità di metodo e non nella verticalità di decisioni. 

Rendiamo ora conto del lavoro diocesano. Sono arrivate all’Équipe Sinodale 33 schede riassuntive dei lavori dei gruppi. Un numero esiguo rispetto alle oltre 200 schede del primo anno di ascolto e alle 88 del secondo anno, in cui già si coglieva una significativa riduzione. Il calo induce a pensare ad una diminuzione di interesse, di motivazione e di coinvolgimento di tutti i soggetti ecclesiali nel cammino sinodale diocesano. Ci domandiamo anche se l’Équipe Sinodale diocesana si è impegnata in modo adeguato, in questo terzo anno di cammino sinodale, per sostenere gli animatori territoriali nel loro compito e soprattutto se siamo riusciti o meno a far comprendere il passaggio-chiave dalla fase di ascolto alla messa a fuoco dei nodi essenziali e delle criticità della nostra esperienza pastorale, su cui è necessario continuare a fare discernimento per operare le scelte future.

La nostra Diocesi ha proposto per la fase sapienziale quattro temi, con relative schede di lavoro, emersi dalla fase narrativa. Nello schema evidenziamo le scelte dei gruppi sinodali relative ai quattro temi:

– Spazi e strutture (3 schede);

– Unità Pastorali (2 schede);

– Corresponsabilità negli organismi di partecipazione (8 schede);

– Liturgia e Parola (20 schede).

La forte concentrazione è sul tema “Liturgia e Parola”, seguita a distanza da “Corresponsabilità negli organismi di partecipazione”. 

Nonostante la proposta di un Vademecum, predisposto dall’Équipe Sinodale diocesana sul modello nazionale, in cui venivano chiariti obiettivi specifici e metodo della fase sapienziale, prendiamo atto di due fatti:

* Il metodo della conversazione nello Spirito, a partire dall’ascolto della Parola, è stato sperimentato, apprezzato e spesso anche già adottato nella quotidianità della vita pastorale. Ai laici piace perché dà spazio di espressione della propria voce e di ascolto delle voci di tutti. Ad alcuni preti piace perché sembra evitare la conflittualità che spesso emerge nelle discussioni, così difficile da governare. 

* Il metodo della conversazione nello Spirito, in questi gruppi sinodali, si è però fermato all’ascolto e non è passato alle fasi successive. Non si è passati al discernimento comunitario o almeno all’individuazione condivisa di problemi, sfide, proposte da consegnare alla fase profetica, in cui verranno operate le scelte. Dobbiamo prenderne atto: il discernimento comunitario, cuore della sinodalità, non è ancora conosciuto e praticato nelle nostre comunità e ciò rischia di svuotare di senso pieno e di praticabilità la chiamata del laicato ad una vera corresponsabilità con i presbiteri nella missione di evangelizzazione e nella gestione e animazione della vita comunitaria. 

In questa fase, scorrendo la composizione dei 33 gruppi sinodali che si sono attivati, hanno partecipato e si sono espresse le seguenti tipologie di soggetti:

– i preti, coinvolti nella tre giorni del clero e nelle riunioni dei vicariati;

. l’assemblea diocesana, composta dal Consiglio Presbiterale e dal Consiglio Pastorale riuniti:

– alcuni Consigli Pastorali Parrocchiali e/o di Unità Pastorale;

– un paio di assemblee dei Consigli Pastorali di uno stesso Vicariato; 

– gruppi laicali interparrocchiali o di Unità Pastorale (laici, operatori pastorali adulti, genitori del catechismo, ragazzi e educatori del post-cresima, Movimento Secolare Francescano).

L’assenza in questa fase delle Aggregazioni Laicali (unico contributo è del Movimento Secolare Francescano) non può passare inosservata. Come interpretarla? Forse i temi proposti a livello diocesano sono stati colti (o lo sono nella sostanza) come legati alla pastorale territoriale, alla vita delle parrocchie e delle Unità Pastorali, mentre associazioni e movimenti hanno prevalentemente una dimensione interparrocchiale e una distribuzione non omogenea nel territorio. È una vecchia questione, che oggi sembra chiedere una nuova riflessione condivisa, perché le diverse modalità di partecipazione alla vita ecclesiale possano costruire comunione e partecipare alla missione.

Rimandiamo al sito diocesano (www.arcidiocesiferraracomacchio.org) per le schede e le tematiche affrontate. 

Équipe Sinodale diocesana

 

Pubblicato sulla “Voce” del 10 maggio 2024

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