Il 29 ottobre la cerimonia in occasione del restauro del monumento ai caduti: il Messaggio del Vescovo e, dagli archivi, la genesi dettagliata del monumento

di mons. Gian Carlo Perego

Cari fedeli di S. Martino, celebro con voi, nella preghiera, il ricordo del centenario della costruzione del monumento ai Caduti della Grande Guerra (1914-1918), ma anche di tutte le guerre, tra i quali i vostri caduti. Giovani, figli, fratelli, padri che hanno lasciato la loro vita su un fronte i cui nomi sono scritti sulle lapidi ricordo, ma soprattutto nei cuori delle madri, delle mogli, dei figli, dei fratelli e delle sorelle. Il ricordo dei Caduti, il segno del monumento, nel cuore di S. Martino, ci richiamano gli orrori della guerra, di tutte le guerre, che creano morti, generano violenza e distruzione, costringono persone e famiglie a lasciare la propria casa e la propria terra. Le guerre di ieri come quelle di oggi, di cui una molto vicina, alle porte dell’Europa, quella ucraina ci fanno dire l’inutilità e l’irrazionalità della guerra, come scriveva Igino Giordani, soldato, politico e cofondatore del movimento dei Focolari. «La guerra è un omicidio in grande», scriveva Igino Giordani. «La guerra è un crimine«, ripete oggi Papa Francesco. Il ricordo dei caduti e il segno dei monumenti ci impegnano ad essere costruttori di pace, a seguire il Vangelo della pace. «I nemici si amano: questa è la posizione del cristianesimo», scriveva Giordani. «Se si iniziasse una politica della carità, si scoprirebbe che questa coincide con la più illuminata razionalità, e si palesa, anche economicamente e socialmente, un affare». Ed è quanto continua a ripetere papa Francesco oggi, regalandoci in questi giorni anche dieci preghiere per la pace e invitandoci tutti ad essere “artigiani di pace”. 

Il Signore ci accompagni sulla strada della pace, che passa anche nei nostri paesi, nelle nostre famiglie, ci benedica e ci protegga.

Come nacque il monumento

di Edda Tugnoli

Ogni anno, in concomitanza con la sagra patronale, il giornalino parrocchiale privilegia le notizie che riguardano specificatamente il paese, nella sua realtà umana e sociale attuale, ma si propone anche di recuperarne le radici storiche. Rovistando nell’archivio parrocchiale siamo stati attratti da un fascicolo che contiene i documenti relativi alla costruzione del monumento ai caduti situato nella parte  estrema della piazza antistante la chiesa. 

Inaugurato il 29 ottobre 1922, alle ore 16.00, ebbe un costo di f. 16.100. 

L’archivio conserva 1 verbali delle riunioni di un comitato “pro monumento ai caduti in guerra”, nato il 1 novembre 1921, in occasione di un’assemblea riunita per le onoranze da tributare al “soldato ignoto in San Martino”.

In quella riunione si stabilì che: 

– il 4 novembre, «alle ore 10» fosse celebrata una S. Messa «da campo» sulla pubblica piazza;

– che la «Banda di S. Martino» suonasse «la Canzone del Piave» alternata dal canto degli alunni delle scuole;

– che si sarebbe poi formato un corteo per «l’andata al Cimitero» dove sarebbe stata già eretta una croce commemorativa;

– che l’ordine del corteo era il seguente: «Alunni, Banda, Associazioni patriottiche, autorità, popolazione»;

– che «incaricata per l’ordine del corteo sarà una squadra di Fascisti»;

– che il Comitato promotore di «far erigere un ricordo marmoreo ai caduti in San Martino» era composto da Volta Elio (delegato comunale) Dott. Zambonati Gaetano; Villani Amedeo; Argazzi Adelmo; Grandi Luigi; Verri Giacomo; Lambertini Giuseppe; Sacchi Giuseppe; Malaguti Giovanni; Golinelli Giuseppe.

Seguirono altre riunioni, nel corso delle quali si definì con sempre maggiore precisione il progetto di erigere «per motivi altamente civili […] un ricordo ai Caduti paesani nella grande guerra di Liberazione» (Verbale del 5 marzo 1922). Il Comitato esecutivo, che contava 36 componenti,  aprì una sotto-sermone pubblica «diramando circolari a tutti i benestanti che abbiano interessi in San Martino, allo scopo di riunire i fondi necessari» (ibid.). 

Il 25 marzo la sottoscrizione raggiunge la somma di f. 8000, come viene notificato nel verbale relativo a questa data. I componenti referenti per la sottoscrizione dichiarano che presumibilmente «essa potrà raggiungere la somma di f. 15000» (verb. 05.03.1922), perciò si decise di erigere un monumento marmoreo in un luogo adatto. 

Nella riunione successiva (11 maggio 1922) il comitato approvava, all’unanimità, quanto proposto dal Presidente della Commissione tecnica, sig. Bergamini Antonio, nel progetto dello scultore Bigoni . La spesa concordata per la costruzione del monumento era di .t. 14.300. Venne pure approvato, in quell’occasione, il luogo per la «messa in opera del monumento e precisamente nel piazzale in vicinanza dell’abitato Correggioli». 

Nella riunione del l0 agosto viene data lettura, da parte del segretario, di una lettera del Comitato inviata al «Rev.mo Sig. Arciprete di San Martino (don Giovanni Mandrioli, ndr) e della risposta avutane, consistente nelle condizioni che la Rev.ma Curia Arcivescovile di Ferrara pone perché sia eretto il monumento nella piazza di San Martino di proprietà riconosciuta della Chiesa parrocchiale» (verb. 10.08.1922). 

La Curia Arcivescovile di Ferrara, con comunicazione datata 12 luglio 1922, concede il permesso di «erigere un monumento ai Caduti nella piazza-terreno della Chiesa parrocchiale, [ … ], alle seguenti condizioni: 1) che si abbia il “Nulla Osta” del Subeconomato dei Benefizi Vacanti; 2) che sul monumento, in posizione conveniente, sia un simbolo religioso; 3) che l’epigrafe da inscrivervi sia prima presentata a questa Curia, la quale constati che nulla contiene di contrastante al carattere sacro del luogo; 4) che sia dichiarato esplicitamente che il terreno rimarrà di piena proprietà e disponibilità di codesta Chiesa Parrocchiale». 

Il 3 settembre 1922 si riunisce di nuovo il comitato e il presidente «avverte che la sottoscrizione ha raggiunto la somma di f. 14000. [ … J Si propone che si faccia una lotteria vera e propria con regali o una pesca da tenersi la prima domenica di ottobre». Si delibera che «se l’incasso non sarà sufficiente si farà richiesta di sussidio alla Direzione della Cassa di Risparmio e di una Banca Popo-lare di Ferrara, così pure si farà richiesta di elargizione alla Real Casa».

Nelle riunioni successive, come risulta dai  verbali del 5 ottobre e 12 ottobre, furono decise la data e le modalità dell’inaugurazione dei monumento. In un primo momento, veniva proposta la data del 4 novembre, nel verbale del 5 ottobre si propongono come oratori per l’inaugurazione i seguenti nomi: On. Tumiati prof. Leopoldo; On. Dino Grandi; Italo Balbo; Ten. Raffaele Ridolfi; la Sig.ra Pinghinì Antonietta e Mons. Ferrari per la cerimonia religiosa. Successivamente ritenendo che «fosse impossibile realizzare l’inaugurazione il 4 novembre, anniversario della Vittoria, per l’impossibilità di ottenere l’adesione di oratori valenti, impegnati altrove» (verb. del 12 ottobre 1922), fu scelto il 29 agosto come giorno dell’inaugurazione.

Le ultime modifiche apportate al monu-mento furono l’apposizione dell’aquila «sorreggente la bandiera nazionale, 4 obici posti ad ornamento agli angoli laterali del monumento e la costruzione di una cancellata intorno al monumento. Per il giorno dell’inaugurazione, inoltre, fu fatta alle Autorità militare formale richiesta di rilascio di una licenza ai soldati del paese che si trovavano sotto le armi. Tra il materiale riguardante la realizzazione del monumento vi è un documento del Ministero della Real Casa, comprovante la concessione di un contributo di f. 300.

Il monumento di San Martino è stato an-che incluso nella collezione dei Monumenti, riprodotti in bolli, pubblicati a Bologna nel settembre del 1923, tra i 160 monumenti «eretti dagli italiani ai caduti per la patria nella Grande Guerra 1914-1918».

Articolo pubblicato su “La Voce” del 28 ottobre 2022

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