Settimana di Alti Studi e rivista “Schifanoia” 

di Micaela Torboli

Il fiabesco edificio estense che promette di far evitare ogni tedio a chi vi si reca, Palazzo Schifanoia, dona il proprio nome ad una rivista curata dall’Istituto di Studi Rinascimentali (ISR) di Ferrara: si chiama infatti “Schifanoia” il semestrale, edito da Fabrizio Serra (con sede a Pisa e a Roma) che ospita ricerche concentrate su argomenti riguardanti l’universo culturale fiorito fra la fine del Trecento e l’ultimo Cinquecento. La rivista non è in vendita nelle edicole, e solo raramente la troviamo in qualche libreria molto fornita, perché è una pubblicazione specialistica destinata principalmente a studiosi e ricercatori che desiderano aggiornarsi, quindi è presente soprattutto nelle biblioteche e negli archivi, o negli istituti di ricerca.  

Si è appena conclusa felicemente una iniziativa dell’ISR che si ripete ogni anno ed è giunta alla sua ventiquattresima edizione, ovvero la Settimana di Alti Studi Rinascimentali, durante la quale, a Palazzo Bonacossi (sede dell’ISR), una ventina di esperti hanno esposto al pubblico un tema lanciato dall’ISR sul proprio sito con una call for papers (invito per l’invio di uno studio). I risultati saranno appunto pubblicati su “Schifanoia”. Questo il tema del 2023: “Moderni divertimenti. Gioco, svago e spettacolo nell’Italia del Rinascimento”. Molto schifanoiesco. Hanno partecipato storiche e storici del teatro e dello spettacolo, ma si è parlato anche della trattatistica rinascimentale in materia, delle declinazioni artistiche e sociali delle attività ludiche, dalle più liete ed innocenti a quelle meno raccomandabili, come il gioco d’azzardo; sono stati proposti riferimenti a dipinti, disegni, cronache d’epoca, architetture, documenti d’archivio, testi letterari, musiche, enigmi e araldica. Ne leggeremo le relazioni scritte dagli studiosi per la rivista solo l’anno venturo, giacché ogni partecipante consegnerà un elaborato alla redazione entro marzo, dopo di che i testi verranno sottoposti al severo esame di colleghi che restano anonimi, dato che la pubblicazione è un “International Double-Blind Peer-Reviewed Scholarly Journal”. Significa che essa è soggetta ad una revisione paritaria nella quale l’autore non sa chi sia il revisore, e viceversa. I risultati di questo tipo di operazione, volto ad ottenere una rivista di livello scientifico accettato dal mondo accademico come tale e quindi presente negli indici bibliografici mondiali più prestigiosi, si possono ben valutare sfogliando il nuovo numero di “Schifanoia” fresco di stampa (nn. 64-65, 2023), presentato per l’occasione della Settimana 2023 dal Direttore dell’ISR, professor Marco Bertozzi, e da Angela Ghinato, che da anni si occupa egregiamente della redazione editoriale della rivista. Vi sono riversati i tanti contributi che nel 2022, sempre durante la Settimana di Alti Studi Rinascimentali (coordinamento scientifico di Romeo Pio Cristofori, ed Elisabetta Capanna per la segreteria organizzativa), sono stati elaborati su un argomento che fa vibrare le corde di chi si appassiona al magnifico Quattrocento estense, cioè “L’età di Borso d’Este. La cultura del Rinascimento ferrarese nel XV secolo”. 

Nella premessa che apre la rivista, Bertozzi ricorda che venne scelto un omaggio al duca Borso perché nel 2021 era caduto il 550° anniversario della sua morte, ma la pandemia aveva frenato le celebrazioni, e l’ISR (con il sostegno dei Musei di Arte Antica del Comune di Ferrara e di Ferrara Arte) pensava fosse necessario non lasciar cadere questa occasione utile a celebrare la grandezza di Borso, uscendo «dalla letteratura settoriale degli anni borsiani, per favorire invece una visione interdisciplinare della società di corte e della raffinata cultura che la contraddistinse in ogni ambito del sapere, favorendo la riscoperta di temi poco o mai trattati dagli studi». Decisione proficua, e stimolante: i lettori de “La Voce” potranno valutarne l’efficacia in alcuni articoli che ci ripromettiamo di dedicare periodicamente alle novità emerse su “Schifanoia”.

Pubblicato sulla “Voce” del 10 novembre 2023

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