23 aprile 2020

 

Con uno scambio epistolare gli auguri di Mons. Perego e il ringraziamento del dott. Hassan Samid, Presidente del Centro di Cultura Islamica di Ferrara e Provincia

Anche quest’anno, con una lettera del 21 aprile al dott. Hassan Samid – Presidente del Centro di Cultura Islamica di Ferrara e Provincia -, l’Arcivescovo S.E. Mons. Gian Carlo Perego ha assicurato la preghiera e la vicinanza alla comunità islamica ferrarese per l’inizio del mese di Ramadan (23 aprile-23 maggio).

Mons. Perego ha sottolineato che il digiuno, previsto in questo mese, si inserisce in un digiuno ben più ampio: quello degli «affetti, perché siamo lontani dai nostri cari e familiari, che non vivono con noi»; quello che ci vede impossibilitati a riunirci per pregare e lodare Dio, ma che accettiamo «non solo per senso civico, ma soprattutto per amore degli altri e anche di noi stessi»; e quello «della vita di tutti i giorni, perché non possiamo recarci nei nostri posti di lavoro, a scuola, a far giocare i nostri bambini e i nostri ragazzi all’aperto, in mezzo alla natura».

L’Arcivescovo ha però ricordato che in questo periodo siamo tutti uniti «nella continua preghiera a Dio Misericordioso per chi è malato, per le loro famiglie, per gli operatori sanitari, per chi continua a garantire tutti quei servizi, che passano spesso inosservati, ma sono indispensabili», nella certezza che «Dio, Colui che risuscita, è sempre dalla nostra parte ed è più forte di qualsiasi male».

Mons. Perego ha assicurato la sua preghiera personale e della Chiesa Diocesana, affinché il tempo di Ramadan, che quest’anno avrà solo un carattere personale e familiare, possa sostenere i fratelli e sorelle mussulmani, «con l’aiuto di Dio, sulla via della pace e della bontà».

Il dott. Samid ha risposto, il 22 aprile, ringraziando l’Arcivescovo, anche a nome della comunità islamica, e ha ricordato – facendo proprie le riflessioni di Mons. Perego – le difficoltà di culto nella vicinanza di due appuntamenti importantissimi come la Pasqua e il Ramadan. Ha poi sottolineato come in questo mese sacro i mussulmani siano chiamati ad una ricarica spirituale attraverso digiuno, preghiera, elemosina e pentimento; e invitato a riflettere sull’espressione coranica «“in sha a Allah” (se Dio vuole), pronunciata troppo spesso con un certo automatismo e spogliata della sua pienezza». Si augura che tutti insieme riscopriamo «il valore dell’umiltà, intesa come consapevolezza dei nostri infiniti limiti».

L’auspicio conclusivo è di poter presto riprendere gli incontri di dialogo fraterno con le comunità parrocchiali della Diocesi.

A cura dell’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso

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