A differenza di quanto riportato da la Nuova Ferrara del 21 febbraio u.s. a pag. 11, riguardo alle cosiddette “case funerarie” (funeral home) di prossima apertura in città, la Diocesi di Ferrara-Comacchio ribadisce che non è possibile celebrare in esse le Esequie ecclesiastiche e i riti funebri. L’unica eccezione riguarda la benedizione della salma al momento della chiusura del feretro.
Tutti gli altri riti devono svolgersi nei luoghi indicati e richiamati dall’Istruzione Amministrativa dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio del 2022, numero 13 relativa alle “Norme riguardanti le celebrazioni fuori dai luoghi sacri”:
«Per quanto riguarda la celebrazione delle Esequie ecclesiastiche, oltre a quanto disposto dal diritto universale occorre attenersi alle seguenti disposizioni, che si rendono necessarie a causa dell’affacciarsi di nuove possibilità offerte da alcune Agenzie funebri. In alcuni luoghi sono presenti strutture note come “Case funerarie”, finalizzate ad offrire un ambiente in cui custodire le salme dei defunti prima delle esequie, e nel quale i familiari possono ricevere la visita di parenti ed amici; non di rado tali strutture sono dotate della cosiddetta “Sala del commiato”, attrezzata per celebrazioni religiose e laiche di commiato. Per la Chiesa cattolica, i riti delle Esequie ecclesiastiche devono essere svolti entro luoghi ben definiti: la casa del defunto (oggi sempre più frequentemente sostituita dall’obitorio), la chiesa (preferibilmente parrocchiale, cfr. can. 1177) ed il cimitero. In particolare, la celebrazione della S. Messa esequiale deve essere celebrata esclusivamente nella chiesa. Per tale motivo, è proibito a qualsiasi Presbitero (diocesano od extradiocesano) celebrare SS. Messe esequiali nelle Case funerarie. Se le Esequie sono celebrate durante la S. Messa, la relativa offerta data dai fedeli al celebrante andrà gestita di conseguenza; se invece si svolgono al di fuori della celebrazione eucaristica, la stessa offerta va versata alla cassa parrocchiale (o comunque della realtà ecclesiale di competenza), salvo quanto detto al n. 20».
Ufficio Stampa Diocesano