Da fine giugno a fine settembre rievocazioni storiche sul campanile dell’Abbazia

di Annalisa De Martis

Ora vediamo come è andata. Ora fermiamo le macchine per un po’, quel tanto che basta ad esaminare il tutto, mettere a fuoco le criticità, verificare i risultati ottenuti, quantificare la coerenza mantenuta agli obiettivi. 

La rievocazione storica della vita ai tempi dei benedettini presso la torre campanaria dell’Abbazia di Pomposa è stata cosa gradita. 

Non solo. È emerso il fatto importantissimo che il sito dell’Abbazia è una perla non ancora nota a tutti. La nostra bella Italia è ricca di luoghi di assoluta valenza storica e artistica, già riconosciuti da studiosi e critici a livello internazionale. Possiamo, però, affermare che, risultato inaspettato, le aperture del campanile hanno posto un accento in più in visibilità del sito e nel conseguente suo apprezzamento. L’Associazione di volontariato “Buonincontro” e l’Associazione “Il Mantello”, che hanno curato l’evento “Aperture del campanile”, si occupano in primo luogo di contrasto alla povertà e nel loro animo è stato l’obiettivo di raccolta fondi a giovamento del crescente numero di loro assistiti.  

Il campanile, gentilmente messo a disposizione dal suo “priore” don Stefano Gigli, è stato preso in carico e cura da tutti gli associati ed è divenuto un dono di bellezza alla comunità vasta del turismo in transito e ai propri parrocchiani. Tutto ciò solo in cambio di aiuto per l’approvvigionamento di beni per i poveri. Per molti parrocchiani è stato un ritorno al rito antico della “salita alle campane” quasi per gioco e per il desiderio di vedere lontano. Ma per tutti è stata la scoperta di un luogo vivo che può “contenere”, di uno spazio impensato, sfruttando la sua altezza al fine di restituire nuova bellezza. Bellezza in cambio di solidarietà. 

Quest’obiettivo è stato raggiunto, e per questo le Associazioni ringraziano i tanti visitatori, ben 3060 persone. 

L’allestimento è stato materialmente faticoso, se si guarda all’arredamento dei nove piani, senza ascensore. Ma è stato un cammino, “Il cammino dell’uomo”, che gli associati hanno ricalcato giorno dopo giorno, fatica dopo fatica, piano dopo piano. In questa disamina si inserisce un altro obiettivo sperato e raggiunto: offrire a tutti i visitatori, credenti e non credenti, l’idea di trovare uno spazio vigilato dalla preghiera al Cielo, che sorregge ogni scalino fino al nono piano e penetra lentamente nel cuore di tutti. A testimonianza di ciò sono le note che tanti visitatori hanno lasciato per iscritto sul diario delle aperture, sempre aperto in uscita e a loro  disposizione. Nel loro insieme i commenti testimoniano come la salita al campanile sia stata agevolata da un crescente senso di  protezione che allevia la fatica e la trasforma in attenzione, curiosità, occasione di crescita. Per i cristiani è una crescita in fede, per i non credenti è la scoperta di uno spazio d’amore, da godere per una buona causa e serbare nei propri ricordi. Tutto il progetto della “Salita al campanile” e il suo affidamento a Maria, mamma Celeste, è stato ideato e curato in ogni particolare dall’associata Annarosa Patroncini, alla quale si devono le intuizioni e i suggerimenti di preghiera intensi fino al nono piano. Gli ultimi nove scalini sono pensati per essere saliti con leggerezza e come trasportati dai nove cori angelici del Paradiso narrato da Dante Alighieri, ospite più volte dei Benedettini di Pomposa. È possibile affermare che i suggerimenti e le proposte di pensiero sono tante e possono interessare indistintamente ogni visitatore. 

Certo: si può fare sempre di più e meglio. È in animo delle Associazioni “Buonincontro” e “Mantello” di mantenere vivo il Campanile con altre aperture. I risultati ottenuti valgono tutto il lavoro svolto e sarebbe uno spreco non pensare ad una vita futura di questa bella esperienza. Alla Parrocchia di Pomposa e a chi è preposto a più alta guida, le Associazioni chiedono di sostenere l’iniziativa che è fonte di catechesi profonda e permanente, come del resto tutto il sito dell’Abbazia. I punti critici emergono nel mantenimento della salubrità della Torre campanaria alla quale gioverebbe una costante attenzione. Gli associati sperano di poter raccontare nel Campanile altre storie di vita e fede vissute nel passato, ma possibili anche nel presente, con la consapevolezza che vale la pena lavorare affinché la comunità di uomini e anime possa crescere congiuntamente in consapevolezza e solidarietà.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 4 novembre 2022

Abbonati qui alla nostra rivista!

Continua a leggere