Capolavori in Duomo / 2 – Il secondo dei contributi di Micaela Torboli sui gioielli presenti nella nostra Cattedrale

di Micaela Torboli

Dove oggi si trova il vecchio Arcispedale Sant’Anna di Corso della Giovecca, a Ferrara, fino ai primi del Novecento sorgevano i resti disastrati della chiesa e del monastero di San Silvestro, abbattuti per lasciar posto al nosocomio. Prima fuori le mura, il complesso venne riedificato intorno al 1520, ed era ricco di opere d’arte. Ne restano alcune, come il portale di marmo del tempio, che fu posto sulla facciata della chiesa di Santo Stefano. Benvenuto Tisi da Garofalo dipinse molto per San Silvestro: resta l’Orazione nell’orto, che si trova oggi alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara, mentre quattro sue tele, portate nell’Ottocento in Cattedrale, soccombettero alle bombe del gennaio 1944. Maggior fortuna ha avuto un altro magnifico Garofalo spostato da San Silvestro in Cattedrale, Madonna con il Bambino in trono e santi, ospitato nel terzo altare a sinistra. Tra le figure che attorniano Maria riconosciamo alcuni santi: papa Silvestro I, basilare data la dedicazione del perduto monastero, ed il vescovo Maurelio (i loro nomi sono apposti sotto le figure), Girolamo con il suo leoncino, Giovanni Battista che porta una veste sovrapposta alla tipica pelliccia da eremita. Si nota pure una santa riccamente acconciata e un altro giovane santo, del quale è mostrato solo il viso. A terra, davanti a Maurelio, è appoggiata una corona, forse lì presente per sottolineare la rinuncia di lui al regno paterno, nella esotica Mesopotamia. Garofalo stesso ha datato il dipinto, l’anno 1524. Un aspetto importante è dato da un cartiglio sistemato alla base del trono, ed evidenziato da Giovanni Battista con un gesto dell’indice. Esso recita HIC EST LEVNCVLVS IVDAE FORTISSIMVS, e, al di sotto, si trova la firma del pittore. Il Leone di Giuda è il simbolo della tribù ebraica fondata dal  quarto figlio di Giacobbe, Giuda. Gesù discendeva dalla tribù di Giuda. In Genesi 49,9, la benedizione profetica da Giacobbe a Giuda allude al cucciolo di Leone di Giuda, il più forte d’Israele. Il Bambino è quel giovane Leone. Fortissimo, ma, come scrisse San Bernardo (Ser.I, de Pasch.) mansueto come un agnello.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 28 ottobre 2022

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