Messaggio dell’Arcivescovo per la Giornata della Memoria 2024

Il Giorno della Memoria, ogni anno, torna a richiamare un passato recente in cui la ‘follia’, ‘il sonno della ragione’ hanno generato rabbia, disprezzo che sono diventate morte, distruzione. Purtroppo, la memoria non diventa affermazione della verità storica e consapevolezza di una pagina tragica della storia europea e mondiale, ma talora – come ha ricordato lo storico Franco Cardini – rivendicazione e contrapposizione tra vari ricordi: alla ferocia nazista della Shoah si contrappone la crudeltà delle foibe dei comunisti o del genocidio armeno, fino ad arrivare alle vittime del terrorismo di Hamas e ai civili palestinesi vittime della guerra a Gaza. E’ necessario, invece, che il ricordo diventi impegno: nell’educazione al rispetto di ogni persona, nella costruzione di una Democrazia compiuta, nel cammino verso il disarmo. In questo modo, la memoria non viene viziata da contrapposizioni, ma purificata da ogni fanatismo e diventa costruzione di una società diversa, nella vita delle nostre città e dei nostri paesi. La storia ha questo compito: di evitare letture distorte dei fatti per una narrazione che sia capace non di cercare colpe e formulare condanne, ma di offrire elementi perché alcune tragedie umane non si ripetano. La storia non dimentica, ma rende attuale ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, chi è Giusto e chi non lo è. Le vittime dell’Olocausto che oggi ricordiamo rimandano a tutte le vittime della storia: di ieri e di oggi, purtroppo di sempre. Chi si è salvato richiama l’impegno di chi ama la giustizia. I bambini che morirono ieri hanno lo stesso volto dei bambini che muoiono oggi per la violenza umana, come i volti delle donne e degli anziani violentati ieri sono quelli di oggi. Di ogni persona vittima oggi vogliamo fare memoria. Belle sono le parole di Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti: “La Shoah non va dimenticata. È il simbolo di dove può arrivare la malvagità dell’uomo quando, fomentata da false ideologie, dimentica la dignità fondamentale di ogni persona, la quale merita rispetto assoluto qualunque sia il popolo a cui appartiene e la religione che professa.

Nel ricordarla, non posso fare a meno di ripetere questa preghiera: «Ricordati di noi nella tua misericordia. Dacci la grazia di vergognarci di ciò che, come uomini, siamo stati capaci di fare, di vergognarci di questa massima idolatria, di aver disprezzato e distrutto la nostra carne, quella che tu impastasti dal fango, quella che tu vivificasti col tuo alito di vita. Mai più, Signore, mai più!»” (F.T. nn. 247-248).

Parole di verità e di impegno, per tutti. Il ricordo va rinnovato sempre, senza stancarci e senza anestetizzarci, unito all’impegno per la giustizia. Non possiamo permettere che le attuali e le future generazioni perdano la memoria di quanto accaduto, quella memoria che è garanzia e stimolo per costruire un domani più giusto e fraterno.

S.E. Mons. Gian Carlo Perego

Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

(Messaggio pubblicato sulla “Voce” del 26 gennaio 2024)

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