di Giorgio Maghini

(Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 29 gennaio 2021)

L’ultima tappa della “giornata del laicato”, che ci ha impegnato da ottobre a gennaio non è andata come ci aspettavamo.

Grazie a Dio.

Eravamo così concentrati sugli ostacoli che stavamo incontrando (collegabili, in ultima analisi, a uno solo: questo virus che ci impedisce di incontrarci) che ormai tutto sembrava ridursi a quello: la cancellazione dell’incontro in presenza del 24 ottobre, l’organizzazione di un incontro online, la riflessione su quali fossero le modalità più corrette per discutere a distanza, imparare ad usare bene la piattaforma per le videoconferenze…

Eravamo nella stessa condizione in cui ci troviamo alla mattina quando c’è la nebbia e – tutti impegnati ad imprecare perché, in bicicletta, ci stiamo bagnando il viso – non ci accorgiamo che le case di via Bologna sembrano uscire da un libro di fiabe illustrato.

Riflettevamo, ipotizzavamo le scelte più diverse, ci mettevamo in discussione finché – arrivato il 21 novembre – siamo dovuti partire con la prima GdL online. L’atteggiamento, non poteva essere diversamente, era quello del “buona-la-prima” o, più seriamente, quello dettato dalla consapevolezza che era talmente importante vederci che le limitazioni tecniche dovevano necessariamente passare in secondo piano.

È stato precisamente qui che le cose hanno iniziato a non andare come si poteva prevedere.

La partecipazione è stata molta alta, i contributi ricevuti (in videoconferenza, per e-mail, attraverso moduli da compilare online) tanti e di grande qualità, la rete di relazioni che si è attivata dopo l’incontro (anche questa attraverso la Rete) molto ampia.

Cosa potevamo imparare da quanto stava succedendo?

Almeno due cose.

La prima: che siamo tutti affetti da una mentalità prestazionale che ci porta a pensare che le cose andranno bene nella misura in cui le avremo organizzate bene. Non è vero, e forse una rilettura dell’episodio evangelico di Marta e Maria potrebbe aiutarci a chiarire il nostro sguardo (non sto dicendo, spero sia superfluo sottolinearlo, che dobbiamo diventare approssimativi e superficiali, ma solo che di ogni nostra iniziativa dovremmo focalizzare cosa è essenziale e cosa è strumento).

La seconda: che quando lasciamo spazio a ciò che davvero conta (e che i fratelli si incontrino è assolutamente tra le cose che contano) l’azione dello Spirito – fantasia, creatività, novità, sguardo spiazzante – si dispiega in modi che non avremmo mai nemmeno sospettato.

Alla fine di questa tappa della GdL rimane un documento in cui abbiamo raccolto le considerazioni del laicato ferrarese in tema di “Costituzione delle Unità Pastorali” e “Biennio eucaristico”, divise per “riflessioni” e “proposte operative”.

È un documento che non pretende né di rappresentare “tutti” i laici della Diocesi né di porsi a conclusione di un percorso di discernimento. È, invece, una tappa di un percorso più lungo e più vasto. Parziale, come ogni tappa, ma con il grande pregio di dare concretezza a un momento di dialogo: tra i laici, tra i laici e il clero, tra una chiesa diocesana e il proprio Vescovo.

Prima dell’estate (al momento non c’è ancora una data ma, appena fissata, verrà comunicata) è previsto un nuovo incontro della GdL consapevoli – come ci ha detto un amico in uno scambio via WhatsApp – che “stiamo tracciando un sentiero nell’erba, non costruendo un’autostrada!”.

Per chi fosse interessato, il documento di sintesi degli ultimi lavori della GdL è scaricabile all’indirizzo https://www.lavocediferrara.it/gdl-percorso-novembre-20-gennaio-2

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