La testimonianza di una delegata della nostra Arcidiocesi presente lo scorso fine settimana a Matera
di Alice Maria Angeletti*
L’esperienza del Congresso Eucaristico Nazionale l’ho vissuta in maniera inaspettata: all’inizio credevo che non fosse il posto per me, non sentivo di appartenerci, non mi sentivo a mio agio; mai avrei pensato di trovare un clima capace di accogliere la mia persona.
Eventi di così grande portata mi spaventavano poiché parevano ai miei occhi solamente celebrazioni simboliche e istituzionali che si allontanavano da Dio.
Adesso che tutti si è concluso e l’ho vissuto sento di farne parte: ho riscoperto il valore di saper fare Comunione, dello stare insieme, del “Ritornare al gusto del pane”, ovvero quell’accoglienza che nasce dall’ascolto e dal dialogo, capace di “farmi spezzare” come viene fatto con il pane.
Un altro aspetto sorprendente che mi ha toccata in prima persona è stato l’aver conosciuto nuove persone che condividevano i miei stessi valori e pensieri, facilitando la comprensione del fine del Congresso.
Particolarmente invadenti nel mio cuore sono state le numerose congregazioni di suore, anche perché nel territorio ferrarese se ne contano sempre meno: hanno dapprima suscitato la mia curiosità e poi piano piano mi hanno conquistata, diventando compagne di viaggio per questi 5 giorni.
Attraverso le loro testimonianze ho ritrovato la forza di mettermi in gioco con il Signore, scoprendo come la luce di Dio entri in ogni persona e, pur essendo unica, esca con riflessi sempre diversi.
Suor Elsa, che tra poco compirà 70 anni nella sua congregazione, è esempio della forza vitale che il Signore continua a emanare nel nostro cuore perennemente, senza farci perdere mai l’entusiasmo.
Il mio impegno ora sarà quello di cercare di portare nella mia vita ordinaria tutte le emozioni, le reazioni, le riflessioni vissute al Congresso, tentando di far rincontrare Cristo a chi mi sta accanto.
*Delegata di Ferrara-Comacchio
Nel prossimo numero pubblicheremo altri interventi dei nostri delegati diocesani
Articolo pubblicato su “La Voce” del 30 settembre 2022
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