L’iniziativa del Rotary e di alcune associazioni per persone diversamente abili

di Laura Chiappini

Anche quest’anno il “Gruppo dell’Amicizia” ha potuto partecipare all’Happy Camp, un’iniziativa che ritengo molto bella: si tratta di un’esperienza al mare offerta a “ragazzi e ragazze” diversamente abili facenti parte di varie associazioni come l’UNITALSI, lo stesso “Gruppo dell’Amicizia”e la Comunità Papa Giovanni XXIII. Sono i Rotary del Gruppo Estense (coordinati dal club Comacchio-Codigoro-Terre Pomposiane) a sovvenzionare questa vacanza di una settimana presso l’Holiday Village Florenz al Lido degli Scacchi. Non si tratta di una struttura turistico-alberghiera come ce ne sono tante perché questa è stata concepita anche per persone che hanno difficoltà a deambulare e necessitano di carrozzina. 

Non esistono infatti barriere architettoniche: all’interno dei bungalow in cui si viene alloggiati, è previsto l’accesso della carrozzina anche in bagno il cui lavello consente alla persona di potersi lavare le mani; esiste pure l’attrezzatura per fare la doccia in sicurezza. Anche nei luoghi comuni non cambia il principio ispiratore e per tutti vi sono le condizioni per partecipare senza incontrare difficoltà ai momenti comuni come il pranzo: si riempiono in una fretta ordinata le lunghe tavolate dove ad intervalli le sedie lasciano il posto alle carrozzine. Proprio perché le realtà accolte sono diverse, e quindi diverse sono le esigenze, nella sala ristorante si trovano anche tavoli per pochi commensali. L’atmosfera che tuttavia si respira non cambia: un senso diffuso di partecipazione e scambio accogliente. Il mare attraverso le grandi vetrate della sala ristorazione fa da sfondo e richiamo per tutti. Ed è infatti proprio accessibile per tutti anche la spiaggia; lì, a pochi metri, si raggiunge l’ombrellone con la carrozzina grazie al percorso rigido costruito sulla sabbia.

È stato proprio bello vedere questi ragazzi e ragazze (anche se molti di loro hanno ampiamente superato e 40 e 50 anni), aiutati dai loro accompagnatori, godere momenti di relax sotto gli ombrelloni fra scherzi, giochi, selfie, risate. Quest’anno era presente lo staff dell’Animazione, costituito da due ragazzi e una ragazza; durante i vari momenti della giornata coinvolgevano con grande generosità e pazienza chi desiderava partecipare al gioco delle bocce, delle carte e all’attività di yoga. Erano sempre loro che dopo cena, in un ambiente dedicato allo “spettacolo”, organizzavano un intrattenimento come il gioco della tombola, il karaoke o i sempre molto apprezzati balli di gruppo.

Ogni  “ragazzo o ragazza” che ha partecipato a questo campo, ha chiaramente la sua storia, la sua patologia, il suo corredo più o meno ricco di affetti familiari; diversi vivono in un istituto. Una cosa credo li accomuni: la gioia di questa esperienza che, seppur limitata nei sette giorni, rafforza la confidenza con la vita, con se stessi, arricchisce le relazioni. Tutto questo non sarebbe possibile se non ci fosse chi ha creato le condizioni perché si potesse realizzare: da una parte i Rotary Estensi e il coordinatore (e “inventore”, più di 20 anni fa) dell’Happy Camp Maurizio Marcialis e dall’altra l’ideatore-manager della struttura Gian Franco Vitali: oltre all’aver abbattuto le barriere architettoniche, l’intendimento è quello di abbatterne altre, più striscianti, quelle che tengono lontani dai luoghi di vacanza chi non appartiene alla cosiddetta “normalità”. Si percepisce la sua volontà di indirizzare, accordare, “dare il là” a coloro che lavorano all’interno della struttura, dal cameriere all’addetto ai servizi, all’uomo tuttofare. Già solo per la logistica sarebbe opportuno l’encomio, ma per l’altro aspetto, quello della gentilezza, della cura, dell’attenzione a questi ragazzi e ragazze, sorge in me spontaneo un senso di riconoscenza, che sento di poter esternare anche a nome delle persone che, come me, hanno fruito come accompagnatori di questo felice soggiorno.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 16 giugno 2023

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