Incontri a Ferrara il 26 e 28 gennaio

di Piero Stefani

La guerra è una realtà terribile; essa, come è proprio degli eventi estremi, è dotata anche di risvolti inattesi. Il Giorno della Memoria, quando si libera dalla morsa della ripetizione, consente di riscoprire piccole o grandi vicende che confermano quanto scritto da Vasilij Grossman in un suo racconto: «in quei giorni tremendi il sangue, la sofferenza e la morte non commuovevano nessuno, solo l’amore e la bontà scuotevano le persone». 

Attualmente nella nostra società, ma non in tutte, siamo, in genere, di fronte a esperienze estreme solo in modo mediatico. Il poeta Valerio Magrelli ha scritto: «Il confine tra la mia vita e la morte altrui / passa dal divanetto di fronte alla tv, / pio litorale dove si riceve il pane / dell’orrore quotidiano». Le reiterate tragedie trasmesse in tv spesso non commuovono, ma se ci è comunicato un atto di bontà autentica il muro dell’indifferenza e dell’assuefazione comincia a sgretolarsi anche se si è sul “divanetto”. 

Ci sono tanti modi per celebrare la ricorrenza civile del Giorno della Memoria; è comprensibilmente raro che la si colleghi a una Santa Messa. Per farlo occorrono circostanze appropriate. A Ferrara ciò è avvenuto. Si è già avuto più volte occasione di parlare della Messa composta dal M.o Vittore Veneziani in Svizzera, dove era riuscito a riparare per sfuggire alle deportazioni nazi-fasciste. Il 20 novembre scorso, presso il Ridotto del Teatro Comunale, l’Accademia corale Vittore Veneziani ha eseguito la Messa che giaceva silente da molti decenni. Si tratta di una composizione per quattro voci miste e armonium, di durata contenuta, ricca di momenti musicalmente intensi. Si comprende subito che è scritta per essere cantata nel corso di una celebrazione. La chiesa le si addice più di un teatro. Di questo avviso è stato anche l’Arcivescovo Giancarlo Perego. Bisognava però trovare un contesto che, da un lato, valorizzasse la dimensione liturgica della composizione e, dall’altro, non suscitasse disagi da parte ebraica. Qui si inserisce la figura di mons. Ruggero Bovelli.

Umbro di nascita, Bovelli fu dapprima vescovo di Modigliana (1915-1924) poi di Faenza (1924-1929), infine dal 1930 Arcivescovo di Ferrara. Nel suo lungo episcopato, un periodo si staglia su tutti gli altri, quello che va dall’8 settembre 1943 al 25 aprile del ’45. Mesi tragici in cui la città subì bombardamenti, rappresaglie; furono deportati più di cento ebrei; si discute ancora sulla cifra esatta, è certo che di loro ne tornarono solo cinque. In quel periodo tremendo mons. Bovelli desiderò essere Vescovo di tutti. Il suo aiuto anche nei confronti degli ebrei è ormai documentato. 

Non c’è alcun indizio che il M.o Veneziani e Mons. Bovelli abbiano avuto dei rapporti. La scelta di celebrare una Messa in memoria dell’Arcivescovo accompagnata dalla musica composta in circostanze così particolari ed eseguita dall’Accademia intitolata al Maestro va al di là di dati legati a una verificabile conoscenza personale. Si è nell’ambito di un ricordo alto rivolto a Dio e non già di uno puramente memorialistico.

I due appuntamenti in programma nella nostra città

* Giovedì 26 gennaio 2023, ore 17, Casa Cini, via Boccacanale Santo Stefano 24, Ferrara: “Essere solidali in tempo di guerra: mons. Ruggero Bovelli e M.o Vittore Veneziani”. 

Interventi:

Paolo Gioachin, “Mons. Ruggero Bovelli, l’aiuto agli ebrei negli anni della guerra”.

Teresa Auletta, Laura Zanoli, “La Messa di Roveredo di Vittore Veneziani”.

Modera mons. Massimo Manservigi.

Organizzano Accademia corale Vittore Veneziani e Istituto di cultura Casa Giorgio Cini.

* Sabato 28 gennaio 2023, ore 18, chiesa di S.Stefano, piazza Saint’Étienne: Mons. Gian Carlo Perego celebra la S. Messa cantata in memoria di mons. Bovelli. Il Kyrie, il Gloria, il Credo, il Sanctus e Benedictus, l’Agnus Dei musicati da Vittore Veneziani saranno eseguiti dalla Accademia corale “Vittore Veneziani” diretta da Teresa Auletta.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 20 gennaio 2023

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