In vista delle prossime elezioni del 25 settembre, alcune considerazioni di metodo, che spero siano utili. Uno Stato europeo da solo non ce la può fare contro i blocchi mondiali degli Stati Uniti e della Cina; ne consegue che abbiamo bisogno di una Europa migliore ed unita, che segua i principi e gli ideali originari del Manifesto di Ventotene, contro lo strapotere del liberalismo delle multinazionali e dei giganti finanziari mondiali, contro ogni forma di antieuropeismo nazionalista e sovranista.

Anche a livello locale, è indispensabile arrivare ad una concertazione che coinvolga le parti sociali, come è stato fatto con il Patto per il lavoro regionale declinato dal Focus Ferrara, e ad una contrattazione territoriale che, per l’importanza che hanno le politiche economiche locali a partire dalle politiche di bilancio, aumenti il peso delle Amministrazioni. È necessario ridurre il numero dei Comuni, poiché 21 Comuni in provincia di Ferrara sono troppi e provocano squilibri territoriali. L’importanza delle Unioni di Comuni è ancora più evidente alla luce dello sgretolamento dell’Unione Terre e Fiumi (Copparo, Tresignana e Riva del Po) e dell’emblematico caso di Jolanda di Savoia, dal quale si evince che l’exit strategy fa male anche a livello locale, “Jolexit” è in piccolo ciò che Brexit è in grande.

L’Osservatorio sull’Economia e il Lavoro in provincia di Ferrara dell’Ires ha confermato, dati alla mano, che, diversamente da altre province, la crisi economica nella nostra provincia non si è ancora chiusa e che la crisi demografica sta diventando sempre più acuta. La crescita di un territorio non si può fare contro i diritti delle persone e contro la solidarietà reciproca, che comporta doveri: occorre coniugare il diritto ai diritti col dovere della solidarietà, affinché tutti possano contribuire alla crescita di tutti. Questa deve essere la prospettiva che più ci deve interessare. Governare e non galleggiare.

Guglielmo Bernabei

Articolo pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 2 settembre 2022 (rubrica “Pillole di economia”)

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