Ferrara, 14 aprile 2020

 

Cari confratelli, abbiamo vissuto con particolare sofferenza il Triduo pasquale di quest’anno, anche se oltre al dolore abbiamo sentito ancora più profondamente la Speranza e la Pace del Risorto. Come sapete dagli organi di comunicazione, la grave situazione sanitaria non è superata e chiede da parte di tutti, anche degli enti ecclesiali, un senso di responsabilità e una collaborazione istituzionale per tutelare la salute e la vita delle persone. Pertanto, in attesa di nuove indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana – che potrebbero riguardare in particolare la ripresa della celebrazione delle esequie in chiesa con i familiari – e in comunione con la Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, fino a domenica 3 maggio compresa rimangono in vigore le indicazioni del Decreto Arcivescovile del 9 marzo e della mia Lettera del 19 marzo. Vista la situazione, come logica conseguenza delle disposizioni vigenti, rimane sospeso il “precetto pasquale” (cioè l’obbligo per i fedeli di “comunicarsi almeno a Pasqua”, come richiesto dal Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 2042, e dal can. 920 §2 CIC). I fedeli potranno recuperare il dovere espresso da tale precetto non appena usciremo dall’emergenza. Al tempo stesso, ricordiamo ai fedeli il valore e la possibilità di un atto di contrizione perfetta, accompagnato dal desiderio di ricevere il sacramento della Penitenza, per chi non può, in questo tempo di emergenza sanitaria, accostarsi al Sacramento della Riconciliazione e della Comunione spirituale, essendo impossibilitati i fedeli ad accostarsi all’Eucaristia, anche fuori dalla S. Messa. In ordine a questo, è riservata all’Ordinario Diocesano “la valutazione iuxta casus, con discernimento prudenziale delle necessità spirituali e dei fedeli e della opportunità pastorale, del sussistere di uno stato grave di necessità pro bono animae che raccomandi l’indifferibilità della Comunione eucaristica” (Segreteria della CEI, Suggerimenti sulla celebrazione dei Sacramenti in tempi di Covid 19, 17 marzo scorso).

Condividiamo così una privazione che ci aiuta a considerare ancora di più l’Eucarestia come nutrimento per la nostra fede e farmaco per l’immortalità, e che non ci fa dimenticare la continua presenza reale del Signore, di cui l’Eucaristia è Sacramento, come ci ricorda l’evangelista Matteo: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” (Mt 28,20). A tale riguardo, ricordo anche l’importanza, soprattutto in questo tempo di privazione della partecipazione alla celebrazione eucaristica, dell’incontro con il Signore nell’ascolto della Parola di Dio e nei gesti di carità fraterni e familiari. Conto molto sulla Vostra responsabilità e delle comunità cristiane a Voi affidate. Il Signore ci accompagni in questo tempo a vivere la Speranza e la Pace della Pasqua.

S. E. Gian Carlo Perego

Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Abate di Pomposa

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