Capolavori in Duomo /8 – L’ottavo contributo sui gioielli presenti nella nostra Cattedrale

di Micaela Torboli

La tavola con lo Sposalizio di Maria e Giuseppe di Nicolò Roselli (1573 ca.), che si trova nella quarta cappella della navata sinistra della Cattedrale di Ferrara, non è stata dipinta per l’attuale ubicazione. Era un tempo nella chiesa dell’Ospedale di Sant’Anna, chiusa nel 1808 a causa delle soppressioni e abbattuta nel 1824. Portato in Cattedrale, lo Sposalizio fu sistemato dapprima nella cappella del SS. Sacramento, e quindi, intorno al 1967, collocato dove si trova oggi. Le nozze tra Maria e Giuseppe, preannunciate in Matteo 1, 18-25 e Luca 1,27, non compaiono nei Vangeli canonici, ma sono narrate negli apocrifi. Roselli trascrive la scena con buon mestiere, grande semplicità e coerenza cromatica, e non è la sua versione del tema affrontato a dare grattacapi agli storici, ma la figura dell’autore, del quale si sa tuttora pochissimo. Non sono noti luogo e data di nascita, mentre è certo che morì a Ferrara nel 1580. Nel novembre del 1710 Girolamo Baruffaldi, che al tempo stava scrivendo le Vite de’ pittori e scultori ferraresi (edite solo nel 1844) si recò a Lagosanto per visitare la chiesa parrocchiale, dove si trovava, e ancora adesso vi è presente, un dipinto dedicato alla Madonna con il Bambino e santi, firmato da un autore al quale Baruffaldi ricollegava stilisticamente altri quadri, mai attribuiti ad un artista preciso. L’opera era a appesa a un’altezza considerevole, e la firma non risultava ben chiara da lontano. Baruffaldi salì su una scala, e con gioia lesse infine il nome del pittore che inseguiva da tempo, e la data di esecuzione del quadro: Nicolaus de Roselli, 1568. Potè quindi restituire a Nicolò Roselli altri dipinti, fino ad allora rimasti anonimi. In seguito pochi studiosi si sono dedicati a Roselli. Resta insuperato il profilo di Nicolò ne L’autunno dei manieristi a Ferrara di Giuliano Frabetti, che risale al 1978 (pp.35-55). È il segnale spietato di una sentenza di trascurabilità nei confronti di un artista magari non sommo, ma che definire marginale sarebbe ingiusto.

Immagine: Nicolò Roselli, Sposalizio di Maria e Giuseppe, 1573 ca.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 9 dicembre 2022

Abbonati qui alla nostra rivista!

Continua a leggere