Capolavori in Duomo /6 – Il sesto contributo sui gioielli presenti nella nostra Cattedrale

di Micaela Torboli

Telamone è un personaggio mitico, zio di Achille e padre dell’eroe Aiace. Partecipò alla spedizione degli Argonauti e combattè contro il cinghiale calidonio, la bestia possente che uccise Adone, amante di Afrodite. Telamone era fortissimo, e telamone viene chiamata in scultura una figura maschile che sorregge pilastri, colonne e archi. Il protiro della Cattedrale di Ferrara, un breve portico a cuspide che protegge il portale principale, reca due telamoni del XII secolo, sistemati sopra leoni “stilofori” ovvero portatori di colonne, qui “ofitiche”, composte da elementi congiunti da fasce che simulano un serpente (òphis in greco) avvolto intorno ad esse. Altre due strutture simili, tolte dalla loro collocazione originale, sono presenti nell’atrio basilicale (foto). 

Le colonne ofitiche, frequenti nel Medioevo in specie presso il “limen” sacro dei portali delle chiese, riprendono la memoria delle colonne che, secondo la tradizione, erano all’ingresso del Tempio di Salomone a Gerusalemme. Infatti il loro groviglio viene detto talora “nodo di Salomone”. Ognuna delle nostre coppie di telamoni prevede un telamone seduto compostamente e l’altro con le caviglie incrociate. Quest’ultima posa si trova anche in uno dei due telamoni che reggono la volta del protiro della cattedrale di Verona, opera di Nicholaus come fu per Ferrara, e lo stesso ancora a Verona, in San Zeno Maggiore. Figure maschili con gambe incrociate sono presenti nell’arte orientale e nell’antico Egitto, così come nella Roma imperiale: ad esempio la Gemma Augustea (12 d.C., Wien, Kunsthistorisches Museum) in onice, rappresenta in tal modo Augusto incoronato da Oikoumene, personificazione del mondo abitato. Nel XII secolo la posa determina sempre una preminenza sociale, e con le caviglie incrociate sono scolpiti e dipinti giudici, papi, o re, anche biblici, come Davide o di nuovo suo figlio Salomone, che eresse il Tempio, ed è spesso rappresentato nel ruolo di costruttore sulle facciate delle chiese romaniche e gotiche.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 25 novembre 2022

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