Capolavori in Duomo /5 – Il quinto contributo di Micaela Torboli sui gioielli presenti nella nostra Cattedrale

di Micaela Torboli

L’Agnello aureolato tenente il “guidone” bianco rossocrociato è simbolo di resurrezione. Bandiera, vessillo o stendardo non sono sinonimi, e la forma triangolare o bitriangolare viene meglio specificata proprio dalla parola “guidone”. La Cattedrale di Ferrara vede l’Agnello di Dio, Agnus Dei, protagonista fin dalla vasca battesimale, dove però manca il guidone. Nell’atrio della Cattedrale (foto in alto, ndr), in alto, si trova una targa araldica, eseguita in modo diverso dalle regole attuali. È un Agnello pasquale, cioè l’agnello araldico “passante”, in atto di camminare da una parte all’altra dello scudo, con la zampa destra anteriore sollevata da terra e sporgente in avanti. Secondo una complessa tradizione, la zampa alzata sorregge una bandiera bianca caricata da una Croce rossa. L’asta della bandiera forma in cima una Croce trifogliata, “croce astile ad una traversa”. Il tutto è “al naturale”, cioè come lo si vede in natura, non stilizzato, senza smalti araldici. Partendo dall’araldica ecclesiastica, la connotazione degli scudi segue un ordine gerarchico. Galero è il termine genericamente usato per definire il cappello a larga tesa posto alla sommità dello scudo. Reca due cordoni laterali che terminano con una fioccatura a nappe. Il numero delle nappe è variato nel tempo. Il galero della targa in Cattedrale è nero, mentre di norma è rosso per i cardinali, con trenta nappe rosse pendenti ai lati dello scudo, decrescenti a seconda dei ruoli poi seguenti, e verde per gli arcivescovi e i vescovi, con nappe verdi, perciò potremmo dedurre che il galero nero della targa ferrarese alluda ad un vicario generale o vicario episcopale, protonotario apostolico, abate, araldicamente dotati, di solito, appunto di galero nero (nel nostro esemplare con vistosa fodera rossa) e nappe nere. La struttura intorno allo scudo, però, fuorvia, dato che non ha cordoni neri ma d’argento, e lo stesso vale per le sei nappe. Sempre che i pigmenti siano quelli originali e non deteriorati dal tempo. Un Agnus Dei simile, privo del decoro araldico e dello scudo, sta anche in almeno un tondo dipinto sul soffitto dell’area ecclesiale (foto sotto, ndr), ed è forse risalente al  XIX secolo.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 18 novembre 2022

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