A fine marzo si concludono i gruppi sinodali in parrocchie, UP, associazioni. Ecco cosa sta emergendo: l’importanza dell’esempio personale, essere vicini alle sofferenze

Si concluderanno a fine mese i gruppi sinodali nelle parrocchie, Unità pastorali e realtà associative ecclesiali, in continuità con gli incontri di ascolto dei primi mesi dello scorso anno. 

Partendo dall’ampio Documento diocesano di sintesi della prima fase, l’Assemblea diocesana sinodale ha delimitato le domande per cinque “cantieri” ritenuti prioritari (Chiesa e mistero, Chiesa e comunione, Chiesa e missione, Chiesa e ministeri, Chiesa e strutture). Per ogni cantiere l’Equipe sinodale ha stilato una scheda con tre domande chiave. I gruppi sinodali, con il metodo della conversazione spirituale, stanno approfondendo l’ascolto sui temi indicati, iniziando a fare anche proposte costruttive. Vi riportiamo alcuni passaggi dei primi documenti giunti dalle parrocchie/UP.

Unità pastorale di Vigarano 

«Su molti temi (etici, sociali, di integrazione…) noi cristiani non affrontiamo apertamente i pensieri alternativi: abbiamo timore? Soffriamo un tempo in cui la credibilità della Chiesa è messa in discussione? Possiamo proporre nella nostra Unità pastorale spazi (non solo luoghi) comuni per un confronto con gli altri? Ad esempio confronti intergenerazionali, confronti con le famiglie con cui siamo in contatto per via del catechismo, confronti tra le varie associazioni del territorio.

Le persone riscoprono la Fede nel momento del bisogno e della difficoltà: possiamo rendere i nostri luoghi di culto più accoglienti e attraenti per la preghiera, il silenzio, il canto, la Messa, il Sacramento della confessione? (…)

La qualità del proprio impegno civile connota il buon cristiano e allora come possiamo curare la formazione di coloro che vogliono occuparsi delle persone che si trovano in un particolare momento di fragilità? La parola ai giovani: i ragazzi chiedono di essere aiutati a “credere” chiedono il supporto della famiglia e della Parrocchia e di testimoni coerenti (il miglior linguaggio)». 

UNITà PASTORALE ARGINONE-CASSANA-MIZZANA

«L’efficacia del cristiano sta nel suo amore verso gli altri che deve tradursi in testimonianza con attenzione e vicinanza al prossimo e alle sue necessità nella vita lavorativa, nel vicinato, presso gli amici: attraverso quello che facciamo, facciamo conoscere il Signore. (…) 

Conoscere l’esperienza, la sofferenza degli altri: occorre ascoltare, empatizzare, mettersi nei loro panni. Se ami, se ci metti il cuore con semplicità, l’altro si apre. (…)

Formazione e cura della vocazione battesimale di ognuno: s pesso ci si concentra più sulla formazione che sulla cura, mentre è sempre questa che ci permette di entrare in relazione con le persone. Gesù faceva formazione, o si prendeva cura? (…)

Di cosa hanno bisogno le comunità e le persone? Ripartire da zero, far nascere la chiesa dalle origini, trovandosi insieme a pregare e spezzare il pane. Perché la vera formazione è quella che parte dalle relazioni con gli altri, dalla bellezza dell’amore reciproco nella fede, è quella che partendo dalla ricerca di senso ci porta a esprimere noi stessi in pienezza, nella relazione fra noi e con Dio. (…)

Sono poi davvero molteplici i ministeri nella Chiesa? E sono davvero aperti a tutti? La vera natura del ministero dovrebbe essere quella di far vivere le relazioni. La ministerialità è molto istituita, invece dovrebbe essere intesa come l’apporto di ognuno nella sua unicità al servizio della comunità. (…) Dovremmo tendere al superamento del clericentrismo». 

Parrocchia S. Agostino

«La Chiesa deve essere aperta a tutti e per tutti. Fisicamente: la porta aperta, il parroco presente, i fedeli partecipi. Come stile: non si rifiuta nessuno, si accettano idee diverse, non si ricorre al dogmatismo. Ci vuole un incontro vero. Spesso le persone sono in ricerca, a volte basta uno sguardo e una parola che testimoni l’amore di Gesù. Il Vangelo si annuncia vivendolo: amore, ascolto, unione, rispetto nella vita di ogni giorno. L’Annuncio passa nell’essere una comunità felice, presente nel suo territorio: nelle scuole, nei parchi pubblici, alle feste di compleanno dei figli. Le persone vedono un gruppo di cristiani, che vivono da cristiani e ne percepiscono la serenità di fondo dovuta ai valori condivisi del Vangelo». 

Giovani-Adulti S. Agostino 

«È importante che la Chiesa non perda per strada “categorie”: bisogna studiare modi per far sì che anche chi non ha un ruolo attivo (educatore, volontario, catechista, etc) abbia altri momenti e contesti oltre a quelli di culto per la propria crescita personale e spirituale. È altresì importante coinvolgere queste persone non solo come singoli, ma per come si sentono (ad esempio come coppie)». 

Catechisti S. Agostino 

«Viviamo l’esperienza della diversità nell’unità. Crescere insieme passo passo in comunità è una esperienza importantissima per essere missionari. (…)

L’importanza delle emozioni per l’annuncio, per rendere viva la fede!».

ACR S. Agostino 

«Per accogliere meglio bisogna sopportare e supportare di più. Inoltre, da un punto di vista organizzativo abbiamo pensato ad alcuni aggiustamenti: è importante dare le giuste attenzioni ai più piccoli, e per questo si potrebbero fare due gruppi diversi (aumentando gli educatori) e adattare per loro i momenti di riflessione, in modo tale da non farglieli risultare troppo pesanti. (…) Anche fare esperienze di servizio con i poveri sarebbe utile per stare vicino a persone che normalmente non si frequentano. Per quanto riguarda la Messa, per renderla più bella e viverla al meglio, sono uscite molte idee. La prima sta nell‘aumentare il dialogo durante la messa (o in un ipotetico momento dopo): fare domande e confrontarsi, sia col sacerdote che con gli altri fedeli o con la propria famiglia, per aver chiaro ciò che si è detto durante la Messa e per capire meglio le scritture. Anche introdurre momenti in cui si fanno attività concrete e coinvolgenti, come disegnare. Inoltre è importante coinvolgere maggiormente l’assemblea». 

Gruppo famiglie S. Agostino 

«Dio lo trasmetti se lo sai vedere nella vita e nelle persone. Quando penso all’ascolto mi rendo conto che di solito ascolto prima con gli occhi e poi con le orecchie».

Parrocchia del Corpus Domini 

«La missione avviene soprattutto con l’esempio di vita personale cristiana credibile nella concretezza dei rapporti con le persone. È nel nostro esempio, prima che nei discorsi, l’efficacia dell’annuncio missionario, se ci poniamo con gentilezza e delicatezza. 

Ed è importante l’esperienza comunitaria: vivere e sentire la fede insieme, nel vissuto quotidiano della parrocchia e anche in esperienze particolari come i pellegrinaggi. “Sentire la comunità” e fare le cose insieme è fondamentale per la missione».

Tutti i materiali del Sinodo sono a disposizione sul sito della Diocesi (https://www.arcidiocesiferraracomacchio.org/), nella apposita sezione, ove si trova anche il link al modulo online per comunicare le sintesi di tutti i gruppi sinodali.

 

Articolo pubblicato su “La Voce” del 10 marzo 2023

Abbonati qui alla nostra rivista!

Continua a leggere