L’energia del futuro? Autoprodotta, condivisa e sostenibile. Il 16 aprile in Seminario momento di confronto organizzato da Arcidiocesi, UCID e Serra 

(Qui la locandina col programma completo)

di padre Augusto Chendi

In modo sempre più incisivo e martellante l’opinione pubblica è confrontata con appelli alla necessaria e ormai imprescindibile transizione ecologica, che costituisce una “sfida” non solo per l’oggi, ma anche per le generazioni future del pianeta. È noto che il problema dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale è diventato un argomento chiave e cruciale per la politica a livello mondiale, in quanto causato da attività umane, che immettono in atmosfera sostanze inquinanti e climalteranti. E se negli ultimi due secoli l’uomo ha perseguito progresso e sviluppo economico, perdendo il controllo qualitativo e quantitativo del fenomeno, nell’ultimo decennio si è fatta sempre più evidente la consapevolezza della compromissione del futuro del nostro pianeta e la conseguente responsabilità a fermare il processo degenerativo.

COSA SONO LE COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI

Nel tentativo di porre rimedio o di rallentare tale deriva climatica, già da tempo si sono affacciate nuove realtà come, tra le altre, le Comunità Energetiche Rinnovabili, che stanno guadagnando sempre più terreno e consenso nell’opinione pubblica e nelle Istituzioni. Al riguardo, il decreto legislativo 162/2019 ha introdotto ufficialmente nel nostro Paese la figura delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), apportando importanti novità in termini di incentivazione e regolamentazione, aprendo altresì potenzialità enormi e una strada promettente verso un futuro energetico più sostenibile.

Le CER, nelle quali i cittadini, le imprese e le autorità locali collaborano per produrre, consumare e condividere energia rinnovabile a livello locale, rappresentano una rivoluzione nel panorama energetico globale e, al contempo, costituiscono una sfida che chiede di incarnare i valori della Dottrina Sociale della Chiesa nella concretezza delle realtà e dei problemi di oggi, con lo stesso spirito delle comunità che ci hanno preceduto nei confronti delle sfide dei loro tempi. 

Alla domanda circa il motivo secondo il quale l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili assume un’importanza non indifferente nel contesto energetico prossimo e futuro, la risposta risiede nel fatto che queste non inquinano e non si esauriscono, dal momento che hanno la capacità di rigenerarsi a fine ciclo, e in tal modo si propongono come energia del futuro, a disposizione di tutti, pulita ed economica. La transizione energetica passa, pertanto, anche da forme di autoproduzione e condivisione di energia green, rafforzando la sicurezza energetica, contenendo i costi energetici e al contempo abbattendo le emissioni di CO2 e incoraggiando abitudini di consumo consapevoli e virtuose. Le Comunità Energetiche Rinnovabili permettono, infatti, non solo la produzione locale d’energia da fonti rinnovabili ma anche il coinvolgimento diretto dei cittadini nella transizione verso un modello energetico più sostenibile, ovvero introducono in modo concreto anche il concetto di responsabilità diretta nel consumo, nei comportamenti, nelle decisioni quotidiane collegate all’utilizzo di energia.

Queste moderne soluzioni tecnologiche pongono al centro del proprio modello operativo principii quali la sostenibilità̀ ambientale attraverso l’utilizzo massiccio d’impianti alimentati da energie pulite; il rispetto del territorio grazie ad interventi mirati; l’inclusione sociale attraverso il coinvolgimento diretto della popolazione locale nei processi decisionali; lo sviluppo economico locale grazie alla creazione d’occupazione legata alle nuove figure richieste dal settore green. Le CER rappresentano, quindi, uno strumento efficace per favorire una maggiore diffusione di misure a protezione dell’ambiente nei territori, facendo leva sulla relazione positiva tra cittadinanza attiva ed eco-sostenibilità̀.

IMPORTANTE CONFERENZA IL 16 APRILE IN SEMINARIO

Gli aspetti innovativi ora accennati potranno essere meglio esposti e approfonditi in occasione della Conferenza, organizzata congiuntamente dall’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, dalla Sezione UCID di Ferrara-Comacchio e dalla locale Sezione del Serra Club, dal titolo “Le Comunità Energetiche Rinnovabili. Modelli virtuosi nel rispetto del Creato”, che si svolgerà martedì 16 aprile alle ore 18.00 presso il Seminario Arcivescovile di Ferrara. Sarà questa l’occasione per prendere direttamente coscienza di ciò che nei fatti già oggi risulta essere una strategia efficace per implementare la cosiddetta “rivoluzione verde” o transizione ecologica. Qui la locandina col programma completo.

Le Relazioni di esperti proposte nella suddetta Conferenza, unitamente alle riflessioni offerte dal nostro Arcivescovo, costituiranno l’occasione per confrontarsi anche con problemi nuovi e potenzialmente distruttivi, che si chiamano sovrappopolazione, inquinamento, scarsità delle risorse, diseguaglianze nell’accesso ai beni primari. Problemi che hanno origini lontane, ma che adesso sembrano prossimi ad un punto di non ritorno: se non li si risolve con intelligenza e competenza, equità, con una visione globale e consapevole, è forte il rischio di non consegnare alle generazioni future il creato come dono del quale siamo i primi responsabili.

I PICCOLI GESTI E L’EDUCAZIONE AMBIENTALE

Ecco perché il tema del rispetto dell’ambiente e, più in generale, del creato, appare adesso prioritario nella gestione della vita quotidiana, in quanto sempre più legato ai processi economici; basti ricordare, ad esempio, le disuguaglianze sociali o la crescita senza regole che sono alla base dei più gravi fenomeni di impatto climatico, ambientale e sanitario; si pensi, ancora, al gigantesco impatto sul clima dei processi produttivi di Paesi come l’India e la Cina.

E se, ormai, in questo contesto nel quale la crisi ambientale fa tutt’uno con quella sociale, il mondo è un unico spazio globalizzato o “interconnesso”, risulta evidente come possono assumere un grande valore anche i comportamenti locali, persino individuali, diventando “buona pratica” e, in ultima analisi, “cultura”, che può estendersi anche ad altre comunità e diventando, con il semplice passa parola e la validità dei risultati, un fenomeno diffuso.

È una constatazione di fatto che la stessa educazione ambientale ha allargato progressivamente i suoi obiettivi. Se  – come ricorda Papa  Francesco nell’Enciclica Laudato si’ – all’inizio questa era molto centrata sull’informazione scientifica e sulla presa di coscienza e prevenzione dei rischi ambientali, ora tende a includere una critica dei “miti” della modernità basati sulla ragione strumentale (individualismo, progresso indefinito, concorrenza, consumismo, mercato senza regole) e anche a recuperare i diversi livelli dell’equilibrio ecologico: quello interiore con sé stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio.

L’ecologia integrale è un paradigma la cui forza appare pienamente proprio nella sua capacità di analisi, e quindi di rintracciare una radice comune a fenomeni che, presi separatamente, non possono essere davvero compresi: non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola. Le direttrici per la soluzione di questa complessa crisi socio-ambientale richiedono, pertanto, un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura.

Come credenti si è convinti che non bastano scelte individuali per risolvere una situazione complessa come quella attuale, con il rischio di soccombere ad un consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale; è necessaria, invece, un’unione sinergica di forze e un’unità di interventi affinché la conversione ecologica per un cambiamento duraturo sia anche una conversione comunitaria. E un impulso secondo questa direzione può provenire efficacemente anche dalle Comunità Energetiche Rinnovabili.

Pubblicato sulla “Voce” del 5 aprile 2024

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