L’8, l’11 e il 18 dicembre i volontari del Fondo per l’Ambiente Italiano accompagneranno chi vorrà in visite guidate al Santuario di Aula Regia e al Duomo. Un’esperienza nella storia di un popolo

di Pieraldo Ghirardelli

In occasione delle preparazioni al Natale 2022, i volontari comacchiesi del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), si presteranno gratuitamente come guide presso il Santuario di Santa Maria in Aula Regia e la Concattedrale di Comacchio, nelle giornate di giovedì 8 e domenica 11 e 18 dicembre. Per partecipare basterà presentarsi all’entrata delle chiese dalle ore 15 alle 17.

Tra i vari monumenti della città la scelta non è caduta casualmente sui due principali luoghi di culto. Nonostante i tempi frenetici, la valanga di prodotti di consumo, le abitudini e le parole sempre nuove che arrivano dal mondo anglofono, il Natale rappresenta ancora uno dei pochi momenti dove si può vivere in dialogo con le proprie tradizioni familiari e religiose. Quale momento migliore per recuperare la memoria e vedere con occhi nuovi quei luoghi così densi di fede, vissuto e storia? 

Una storia lontana, che si perde nelle paludose aree deltizie, costantemente reinventate dalla mutevolezza del Po, all’alba del Cristianesimo e della comunità comacchiese. Fu Galla Placidia, l’imperatrice romana, che donò, attorno al 400, un dosso ad alcuni frati per creare un monastero e una chiesa consacrato alla devozione di Maria. Il dosso era detto di “Auregario” e dopo mezzo millennio inizierà ad essere sostituito dal toponimo “Aula Regia”. Sono i passaggi più remoti di un luogo che ha visto imperatori, santi, abbandono, ricostruzione, compagnie di monaci e fedeli. Ciò che non si è mai spento attraverso i secoli è il culto per la Madonna, detta “dei Cappuccini” per la presenza dei Frati Cappuccini dal 1576, da oltre 400 anni.  Importanti sono i miracoli attribuitagli, più di 131 quelli documentati. Tra i tanti ne spicca uno del 1645, quando la Madonna impedì l’esondazione del Po di Primaro, e per la cui celebrazione il cardinale Stefano Donghi fece erigere un portico di 142 archi. Innumerevoli sono i cambiamenti che hanno accompagnato il mutare di questo spazio sacro, e che ancora oggi si susseguono, vista la recente proposta dell’Arcivescovo Gian Carlo Perego di inserirlo nella nuova “Unità pastorale di San Cassiano Martire”, affidandolo nuovamente ad una comunità di Frati Francescani dell’Immacolata.

Tanto si può dire anche del Duomo, la cui origine è misteriosa quanto la nascita dello stesso episcopato comacchiese. Entrambi vengono fatti risalire al 708, quando il vescovo Vincenzo pose la pietra per la prima Cattedrale. Al tempo Comacchio compariva nei trattati longobardi per i traffici commerciali, sintomo di un prestigio, non pronto a perdurare. Scavi archeologici hanno fatto riemergere l’evoluzione della Cattedrale attraverso più di mille anni, nei quali si sono susseguiti vescovi e dominatori. Tra questi, dopo la devoluzione allo Stato Pontificio nel 1598, Papa Clemente VIII,  promotore della renovatio urbis, che rinnoverà l’assetto urbano e monumentale della città con chiese, palazzi e ponti in muratura, tra i quali l’iconico ponte dei “Trepponti”. Per coronare una nuova Comacchio, occorreva un nuovo Duomo. I lavori terminati nel 1740 offrirono, sulle fondamenta di quella antica, una Cattedrale più grande, per contenere una popolazione sempre più numerosa e attenta alla devozione al santo patrono, San Cassiano di Imola. Potremmo concludere questo excursus ricordando nel 1961 la nomina a Basilica minore, voluta da Papa Giovanni XXIII, nel 1986 l’unione delle due Diocesi e il nuovo statuto di Concattedrale, ma questi sono solo appunti per un viaggio, a cui tutti sono invitati a partecipare.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 2 dicembre 2022

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