Le parole realmente pronunciate dall’Arcivescovo mons. Gian Carlo Perego mercoledì 8 marzo
La Fondazione Navarra ha invitato l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio alle celebrazioni del suo centenario, invitandolo non solo a benedire la targa a ricordo, ma anche a intervenire tra le autorità. L’intervento è partito dal valore di coniugare memoria e futuro, ma ha aggiunto anche di coniugare locale e globale.
Partendo dall’importanza dell’internazionalizzazione della formazione anche agricola, dalla fatica del convitto della Fondazione, dalla necessità di studenti e lavoratori nel mondo agricolo, l’Arcivescovo ha invitato la Fondazione Navarra ad aprire una porta sul mondo, valorizzando anche l’accoglienza di persone che hanno bisogno di casa, scuola, lavoro, terra. In questo senso, l’Arcivescovo suggeriva anche la collaborazione oltre che con l’Università con le ONG come l’IBO o diventare essa stessa anche capace di progetti di cooperazione allo sviluppo in collaborazione con il Ministero degli Esteri e di un progetto Siproimi con i Comuni per richiedenti asilo, minori non accompagnati e rifugiati.
Pertanto le parole del Sindaco – che tra l’altro era già uscito dall’incontro  prima dell’intervento dell’Arcivescovo – sono assurde, inventate, offensive: non si è parlato di ‘regalare’ la terra agli immigrati, né di sottrarla alla Fondazione, ma semmai di farsi aiutare dagli immigrati – come già chiedono le Organizzazioni di categoria agricole anche del nostro territorio – a lavorare la terra;  non si è parlato di “accoglienza indiscriminata”: si è detto che questa mancanza di lavoratori agricoli è unita al grave calo demografico anche dei paesi agricoli della nostra Provincia – in 30 anni abbiamo perso 60.000 abitanti – anche nelle zone delle Bonifica agraria. Si tratta, inoltre, di aiutare nella cooperazione allo sviluppo altri Paesi poveri a vocazione agricola, formando periti agrari e lavoratori della terra. Le persone hanno il diritto di migrare e anche il diritto di restare nella loro terra, ma vanno create le condizioni. Non si è trattato di un discorso politico, ma di un contributo alla vocazione educativa e al lavoro della Fondazione Navarra, con cui, tra l’altro, l’Arcivescovo aveva già avuto un incontro nei mesi scorsi.
Occorre essere attenti a non farsi guidare da una rabbia ideologica nel leggere i problemi del nostro territorio, ma affrontarli con intelligenza, passione educativa e fatica, come ha fatto in questi cento anni la Fondazione Navarra, una Fondazione nata dal dono, che vive di memoria, ma che guarda anche al futuro, come ha detto con parole nobili e appassionate il Presidente. E ogni suggerimento in tale direzione, come quello dell’Arcivescovo, è stato un contributo per guardare al futuro della Fondazione e del nostro mondo agricolo, per una sua rigenerazione.
 
Ufficio Stampa Diocesano

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