26 luglio 2019

“Evitare lo sgombero forzato, sarebbe violazione dei diritti umani. Cambiare toni e trovare soluzioni dignitose”: sono 47 i firmatari di una lettera aperta al primo cittadino di Ferrara

“Con un atteggiamento quantomeno contraddittorio, questa amministrazione ha deciso uno sgombero, in tempi strettissimi, di nuclei familiari, non singoli individui, di cittadini sinti italiani e residenti al campo con regolare autorizzazione comunale dal 1989, senza aver preventivamente pensato a come ricollocare gli stessi, addossando l’onere e la responsabilità dell’accoglienza a varie Associazioni di volontariato ferraresi. Ricordiamo che nel campo sono anche presenti adulti e bambini con disabilità certificata e seguiti dai servizi sociali”.

E’, questo, uno dei passaggi più significativi della lettera aperta a Sindaco del Comune di Ferrara Alan Fabbri sottoscritta da 47 tra associazioni ed enti cittadini.

“Dispiacciono veramente molto, e preoccupano – prosegue il testo -, i toni e le affermazioni del vice-Sindaco Lodi che continua a chiamare in causa in maniera sarcastica e poco rispettosa le Associazioni che si ostina a definire ‘buoniste’ ”.

Al primo cittadino viene dunque chiesto quali siano “le azioni di disponibilità e collaborazione che il Comune di Ferrara ha intenzione di mettere in campo con le Associazioni che dovrebbero farsi carico di una situazione di emergenza”. auspicando che “l’iter amministrativo e burocratico venga ponderato e condiviso”.

La parte conclusiva della missiva sottolinea alcuni punti fondamentali: “ricordiamo – scrivono i firmatari – che lo sgombero forzato delle famiglie è l’ultimo atto in un percorso che non trova altri sbocchi, dopo che gli stessi siano stati cercati in modo serio e responsabile.

Ricordiamo, infine, che in caso di sgombero è necessario indicarne la data esatta fornendo alle famiglie un adeguato preavviso in modo che possano prepararsi.

Agire diversamente sarebbe una grave violazione dei diritti umani e la premessa per l’instaurarsi di un clima di tensione e di non collaborazione con le famiglie di italiani sinti cui si chiede un cambiamento radicale”.

(foto estense.com)

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