L’uomo planetario e l’addio alle armi nelle riflessioni di padre Ernesto. Sabato 12 novembre a Santa Francesca Romana (inizio ore 16) dialogheranno sul tema don Andrea Bigalli e Piero Stefani. Organizzano SAE, CEDOC, ISCO e Istituto Gramsci

di Piero Stefani

Ci sono frasi che, pur scritte in un periodo ancora relativamente vicino, suonano, a un tempo, anacronistiche e attuali. L’espressione paradossale ben si attaglia a previsioni o speranze deluse che però attestano tuttora quello di cui abbiamo più che mai bisogno. Un esempio ci è dato dalle righe seguenti: si impone «un rapporto di collaborazione fra uomo e uomo, fra civiltà e civiltà, fra cultura e cultura. La cultura della pace diventa così la modalità fondamentale di ogni cultura umana che voglia essere adeguata alla sfida storica attuale». La frase è di Ernesto Balducci, il padre scolopio nato il 6 agosto 1922 (festa della Trasfigurazione) e morto, a seguito di un incidente stradale, il 25 aprile 1992 (festa della Liberazione). Due date reali ma anche simboliche dell’impegno di fede e di lotta per la libertà che fu proprio di Balducci.

L’incidente di trent’anni fa avvenne quando, come richiedevano i tempi, Ernesto Balducci aveva ripreso, a pieno ritmo, a tenere incontri in varie parti d’Italia. La caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) aveva aperto scenari nuovi, ma, nel contempo, anche la guerra era tornata sullo scenario internazionale. Si era appena combattuta la prima guerra del Golfo (1990-1991) e nel 1991 era cominciata la lunga fase delle guerre nell’ex Jugoslavia. Il mercoledì sera aveva parlato a San Giovanni Persiceto sul tema Addio alle armi? Nuove prospettive per una cultura di pace, era rientrato a Firenze per riprendere l’automobile nel primo pomeriggio del giovedì e andare a parlare a Faenza, città dove avvenne l’incidente mortale.

Addio alle armi? Nel 1990 Balducci aveva fondato l’editrice Cultura della Pace. L’opera inaugurale fu la ripubblicazione aggiornata del libro L’uomo planetario. L’impresa editoriale era sorta in base alla convinzione secondo cui: «una strategia della pace, oggi, presuppone una vera e propria rivoluzione culturale» che allarghi il suo sguardo a una dimensione planetaria. Si era in un’epoca nella quale il termine “globalizzazione” non era ancora egemonico; realtà, quest’ultima, certo non conforme alle istanze racchiuse nell’apertura planetaria prospettata da Balducci. È ben noto il costante impegno di p. Ernesto per favorire un dialogo tra cattolici e varie espressioni del mondo laico. Si tratta di uno spirito conforme all’iniziativa ferrarese concordemente organizzata dal SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), dall’Istituto Gramsci e dal Cedoc di Santa Francesca Romana.  

Né è occasionale che il Gramsci dedichi il suo ciclo del 2023 a temi legati alla pace. Il compito di parlare della eredità di Balducci è affidato al presbitero fiorentino Andrea Bigalli, giornalista, pubblicista, referente toscano di Libera e membro del comitato di redazione di Testimonianze (rivista fondata nel 1958 da Ernesto Balducci). L’incontro è dedicato, nel secondo anniversario della scomparsa, alla memoria di Piergiorgio Cattani, giornalista, politico e intellettuale trentino, protagonista, a sua volta, del dialogo tra credenti e mondo laico.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 4 novembre 2022

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