Il ricordo personale di chi l’ha conosciuta prima come collega poi come amica

di Francesco Badia

La notte fra il 22 e il 23 marzo scorsi ci ha lasciati Anna Maria Visser. Archeologa, museologa, docente, lascia un grande vuoto per tutti coloro che ne hanno apprezzato le doti professionali ed umane, così come il profondo amore per la sua terra e la sua città, Ferrara. 

Il suo curriculum, ricco di cariche e di impegni, è lo specchio della sua figura di donna di altissimo profilo culturale, ma sempre impegnata nel servizio delle istituzioni pubbliche e di quelle del mondo della formazione. Fra i suoi tantissimi incarichi e ruoli emergono quello di docente di Storia dell’arte presso il Dosso Dossi e la direzione dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara, dal 1986 al 2001. Nell’ambito di questa attività ha coordinato molteplici campagne di scavo, come anche attività di restauro, fra cui in particolare quello degli affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia. Ha ricoperto il ruolo di membro del Direttivo dell’Istituto regionale per i Beni Culturali dell’Emilia-Romagna dal 1984 al 1992 e del Comitato Scientifico dell’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara dal 1987 al 2011. È stata inoltre Presidente dell’Associazione Nazionale dei Musei di Enti Locali ed Istituzionali (ANMLI) dal 1998 al 2006, nonché Consigliere nella Giunta Esecutiva di ICOM (International Council of Museums) Italia dal 2004 al 2010.

Nella seconda parte della sua carriera, si è dedicata corpo e anima alla collaborazione con l’Università di Ferrara, chiamata, su intuizione dell’ex-Rettore Patrizio Bianchi, allora preside della Facoltà di Economia, a tenere il corso di Organizzazione (economia) dei musei. Dalla collaborazione con l’Università, che ha coinvolto anche le Facoltà/Dipartimenti di Lettere ed Architettura, si sono sviluppati una serie di progetti che hanno portato a convegni, ricerche e pubblicazioni di respiro nazionale ed internazionale. Fra i progetti a cui Anna Maria si è dedicata, senza dubbio quello che più di tutti ha visto il suo impegno diretto è stata la creazione del percorso, dal 2004, del MuSeC, Master sui musei e servizi culturali, divenuto poi, negli anni, Master in Cultural Management, di cui Anna Maria è stata co-direttrice per 12 edizioni assieme al Professor Fabio Donato. Proprio il professor Donato, coautore con lei del libro di successo “Il museo oltre la crisi. Dialogo fra museologia e management”, uscito nel 2010 con l’editore Mondadori Electa, l’ha così ricordata in un messaggio rivolto ai colleghi dell’Università di Ferrara: «A me rimarrà soprattutto la sua assoluta convinzione di quanto sia necessario il dialogo tra le persone, tra le discipline, tra approcci e prospettive diverse, come ha del resto dimostrato con le sue azioni concrete, accompagnando, lei museologa, il processo di crescita di un Dipartimento di economia e management a quel tempo ancora ai suoi primi passi”. La ricchezza del suo curriculum e l’elevata professionalità dimostrata in tutti gli ambienti frequentati ha portato Anna Maria Visser anche ad un ulteriore importante riconoscimento, con la nomina, nel 2015 a Vicepresidente del Comitato tecnico scientifico “Belle Arti” del Ministero della Cultura, allora guidato da Dario Franceschini. 

Il mio ricordo personale si colloca nell’ambito della collaborazione all’interno dell’Università, dove io, dottorando di Economia Aziendale, ai primi passi nel mondo accademico, ho avuto la fortuna di incontrarla. Anna Maria è stata una delle persone fondamentali del mio percorso di crescita come studioso, ma anche come persona. La diversità delle nostre formazioni è stata fonte di accrescimento costante. Per anni abbiamo condiviso l’ufficio e, con il tempo, quella che per me era la professoressa Visser, è diventata Anna Maria: persona in grado di ascoltarmi e consigliarmi non solo come una collega più esperta, ma anche con la dolcezza di una mamma. Anna Maria infatti era anche mamma, non solo in quanto madre dell’adorato figlio Stefano, che si è trovato nell’ultimo anno nella sventurata circostanza di perdere anche il papà Arturo, ma anche perché capace di esercitare il suo istinto materno, fatto di attenzione, premura e sollecitudine, nei confronti di tutti i colleghi, collaboratori e studenti che incontrava. Sono grato di aver potuto assistere di persona, lo scorso ottobre, a quello che credo sia stato l’ultimo momento di presentazione pubblica del suo libro “Musei: proposte per il futuro”, durante la quale Anna Maria spese parole di dedica commossa al suo da poco defunto marito. Il volume raccoglie numerosi spunti di interesse per chiunque si occupi di musei ed aziende culturali ed il titolo del lavoro appare ancora più simbolico alla luce del percorso di vita di Anna Maria. 

L’ultimo anno per lei è stato un anno di grande sofferenza, soprattutto nel corpo, e, come uomo di Fede, o che almeno prova a vivere la Fede nella propria vita, questa sofferenza mi interroga sull’esperienza umana della croce, un mistero di fronte al quale non possiamo che rispondere con la Fede stessa.

Articolo pubblicato su “La Voce” del 7 aprile 2023

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