Limiti e potenzialità del Ferrarese: dai giovani alle Aree Interne, dalle donne alla ricerca. Un’analisi

di Guglielmo Bernabei

Da tempo si registra il fatto che la popolazione ferrarese continua a diminuire e preoccupa la marginalità del mondo giovanile.  Servono investimenti in formazione per una occupazione di qualità con retribuzioni adeguate. La ripresa per la provincia di Ferrara non può prescindere dal patrimonio ambientale, culturale e turistico che rappresenta il suo principale punto di forza. Proprio in questi settori, si snoda il PNRR nell’ambito della sua prima “missione”, dove figurano appunto il turismo e la cultura. Parimenti, va ripresa la centralità del settore primario, con particolare riferimento al comparto agricolo. 

Poiché si è convinti che le misure di politica economica debbano poggiare su solide conoscenze per risultare efficaci, sembra opportuno considerare le prospettive di evoluzione dei settori dell’agricoltura e del turismo in provincia di Ferrara, così da poter favorire l’adozione di scelte adeguate nella realizzazione, a livello regionale, di importanti provvedimenti quali la politica di coesione 2021-2027. 

Il progetto di ricerca “Ferrara diseguale”, condotto da CDS Cultura OdV, ha inteso evidenziare alcune criticità. Si pensi al trend del settore turistico nel periodo più recente, ivi compresi gli anni della pandemia “Covid 19”, nonché alla dotazione ricettiva, al fine di verificare le effettive possibilità di sostenere nei prossimi anni un’evoluzione quali-quantitativa del settore. A questo si aggiunge la questione “Ferrara Città micro-politana”, dalla quale emerge una nuova “domanda di abitare”. Va prestata attenzione al rapporto tra il capoluogo e le parti circostanti della provincia, vale a dire il contesto “città-territorio”, dove il ruolo delle politiche sociali e di coesione possa favorire un’occasione per implementare nuove funzioni sociali. Particolare attenzione va data alla partecipazione della componente femminile al mercato del lavoro. Le politiche di pari opportunità vanno inserite a pieno titolo nelle politiche di coesione dell’UE, mediante interventi strutturali e non episodici. Per quanto concerne l’imprenditoria femminile, secondo i dati dell’Osservatorio economico della Camera di Commercio di Ferrara, 7 imprese femminili su 10 sono svolte in forma di «ditta individuale, una formula che non favorisce una solida crescita economica ed occupazionale». 

Resta centrale il tema dell’Area interna del Basso ferrarese, consapevoli della fondatezza dell’impostazione “fare ponti”, ossia la creazione di collegamenti funzionali tra la città e la costa, al fine di ottenere una maggiore integrazione dell’intero sistema provinciale. Il territorio va riorganizzato secondo nuove polarità e centralità, mentre le aree periferiche vanno riabitate anche per favorire il ricambio generazionale e il formarsi di nuovi distretti di filiera, sia nel settore agricolo che in quello industriale. Occorre, poi, verificare la possibilità di sviluppare un solido progetto di rigenerazione urbana, risolvendo tutte quelle situazioni di abbandono e di degrado economico. In questo senso va ripreso il progetto della “Banca delle Terre”, stimolando l’intervento dei competenti decisori politici e tutti quei progetti di edilizia residenziale pubblica come l’housing o il co-housing sociale. 

Si pensi con più attenzione alle prospettive di un “turismo esperienziale”, che valorizzi l’area del Delta, secondo il binomio Ambiente-Paesaggio, e la relativa filiera, ad esempio il circuito delle “Delizie estensi”. Grande rilievo va dato ai progetti d’investimento in ambito provinciale relativamente all’agrindustria ed alle connessioni tra il settore della pesca e la lavorazione in loco di specifiche produzioni, soprattutto al fine di verificarne le conseguenti ricadute occupazionali sul territorio ferrarese. A questo si aggiunge la possibilità di nuovi distretti rurali. Ad oggi, l’unico distretto rurale nel ferrarese è il CUM (Consorzio Uomini di Massenzatica), struttura di grande interesse e potenzialità, il cui modello va meglio diffuso e conosciuto. 

Ulteriori profili possono riguardare il tema “Ricerca e Sviluppo”, oppure “Dalla Ricerca all’Impresa”, finalizzato a sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo, a promuovere l’innovazione e la diffusione delle tecnologie e a rafforzare le competenze, favorendo la transizione verso un’economia basata sulla conoscenza. Fornire sostegno al sistema della ricerca pubblica e locale, si pensi alla opportunità del “Dottorato comunale”, significa anche incrementare la cooperazione pubblico-privato, aspetto non di poco conto nel contesto del PNRR. In questo modo, i territori interessati potrebbero usufruire di un miglioramento della base scientifica; di forti legami tra imprese e scienza (trasferimento di conoscenze e tecnologia); di sostegno all’innovazione delle imprese (in particolare PMI, start-up).

Articolo pubblicato su “La Voce” del 12 maggio 2023 nella Rubrica “Ferrara e il bene comune”

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