Domenica 1° giugno, Notte dei santuari: quello del Santissimo Crocifisso di S. Luca scelto in Diocesi
In questo Giubileo Ordinario 2025, mossi da quella speranza che mai illude (cf Rm 5,5), ci mettiamo tutti insieme in cammino verso i santuari. La Notte dei santuari quest’anno vuole aiutare ad irradiare insieme l’amore del Cuore di Cristo per illuminare la notte del prossimo 1° giugno. Ci guiderà l’enciclica Dilexit nos, ultima di papa Francesco per ordine di tempo. Tutti i pellegrini di speranza che raggiungeranno le mete di preghiera sono invitati a scoprire con rinnovato stupore e profonda gratitudine l’amore divinoumano del Cuore di Gesù, e quindi ad intercedere fiduciosi per la riconciliazione e la pace, per l’unità nella Chiesa e tra i cristiani, per le persone che soffrono, gli esuli, i malati e i più deboli. Non mancherà certamente la preghiera per le vocazioni affinché molti riscoprano il dono del loro Battesimo e scelgano di seguire il Signore Gesù sulla via del ministero ordinato, della vita consacrata, del matrimonio e del laicato apostolico vissuto nel mondo.
La Notte dei santuari, pensata e pianificata dal Collegamento Nazionale Santuari in collaborazione con gli Uffici pastorali della CEI, intende essere un evento ecclesiale che nasce dal desiderio di valorizzare i diversi santuari come genuini cenacoli dello Spirito Santo, vere scuole e case di comunione fraterna, dove l’esperienza dell’elevazione dell’anima a Dio in tutte le sue espressioni, si manifesta nel popolo nuovo radunato dall’amore appassionato del suo Signore, popolo che per questo si muove e opera nella carità di Cristo.
Ogni anno nella nostra Diocesi l’Arcivescovo sceglie un diverso santuario da valorizzare in occasione di questo evento: dopo il santuario del Prodigioso Sangue (S. Maria in Vado), dopo S. Maria in Aula Regia, dopo il Cuore Immacolato di Maria (S. Famiglia), e dopo quello dei Santi martiri Giorgio e Maurelio, quest’anno è stato scelto il santuario del Santissimo Crocifisso di San Luca. Nel 2025, infatti, ricorre il 70° anniversario della consacrazione della città e della Diocesi alla regalità di Cristo Crocifisso, compiuta solennemente dall’Arcivescovo mons. Natale Mosconi al culmine della grande missione cittadina il 30 ottobre 1955.
Don Fabio Ruffini
Rettore Santuario del Prodigioso Sangue (S. Maria in Vado) di Ferrara e Delegato Santuari Emilia-Romagna
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San Luca. Quel misterioso Crocifisso apparso il 1128 e il progetto (naufragato) degli 80 archi
Anche se gli storici locali si dilungano nella polemica cronologica sull’antichità di vari documenti attestanti la biforcazione del Po di Primaro, è certo un luogo di culto molto antico. Infatti, il primo documento che nomina la chiesa di S. Luca «quæ nuper ædificata est» è un’investitura datata 18 novembre 1164. Portato dalle acque del Po, il miracoloso Crocifisso fu ospitato in questa chiesetta. Asserisce l’Ughi che il 22 marzo 1128, in giorno di venerdì, sotto il pontificato di Onorio IV essendo vescovo di Ferrariola traspadana Landolfo, nel Po apparve un Crocifisso, trascinato dalla corrente, che si fermò nelle vicinanze del luogo ove è situata la chiesa di S. Luca. Fu portato nel vicino oratorio e circa l’anno 1160 fu solennemente trasportato nella chiesa di S. Luca, dove il popolo del borgo lo voleva; a nulla, quindi, valsero le pretese dei Canonici dell’antica Cattedrale che volevano trasferirlo nella propria grande chiesa. Era già chiesa curata, dapprima di ragione della Canonica di San Giorgio nel sec. XV, poi degli Olivetani, che nel 1504 la cedettero ai Canonici Regolari di S. Maria in Vado, pur riservandosi qualche diritto.
Nell’anno 1679 la chiesa fu eretta in parrocchia e affidata all’abate Marsigli, il quale, oltre a curarne l’ingrandimento, contribuì al decoro con il proprio pennello. La chiesa venne ampliata con quattro cappelle ed una maestosa tribuna, ove il 7 maggio 1785 fu portata la sacra immagine del Crocifisso. Accresciuto il fervore e la devozione verso il S. Crocifisso di S. Luca, venne stabilito di costruire 80 archi al fine di unire il Santuario alla città. La costruzione non fu ultimata e gli archi realizzati furono demoliti col sopraggiungere della Rivoluzione francese. Rimase a ricordo un arco cadente, che è stato abbattuto pochi decenni or sono. È stato parrocchia sino all’apertura del culto della vicina chiesa di San Luca in via Fabbri.
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 23 maggio 2025