30 giugno 2020
Anche quest’anno, nonostante le limitazioni per l’emergenza Coronavirus, l’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica ha organizzato una Santa Messa come ringraziamento di fine anno.
È stato il Vicario generale Mons. Massimo Manservigi, in rappresentanza dell’Arcivescovo, a presiedere la celebrazione di ieri, lunedì 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, nella chiesa parrocchiale di Quartesana. Insieme a Mons. Manservigi hanno celebrato mons. Vittorio Serafini, direttore diocesano dell’Ufficio per l’insegnamento della religione cattolica e parroco ospitante, e i diaconi Alessandro Battistini e Michele Scaringella.
Nell’omelia mons. Manservigi ha ringraziato prima di tutto gli insegnanti, in particolar modo per gli sforzi compiuti in questo periodo di Covid 19, con la didattica a distanza, ma anche Mons. Serafini – direttore IRC – e Monica Rivaroli, per il loro lavoro delicato e complesso. Ha poi riflettuto sulla liturgia della Solennità, il rapporto tra Pietro e Paolo, “le due colonne della Chiesa”, due figure particolarmente originali. Una relazione, quella fra i due santi, fatta di “un continuo e reciproco confronto, di una perenne verifica e condivisione dei punti di riferimento nella fede, ma anche di alcuni scontri”. Questo, a prescindere dalle specificità caratteriali dei due – ha riflettuto il Vicario –, mostra come “la comunione all’interno del corpo unico della Chiesa sia una realtà complessa e da gestire con cura”. Due uomini in carne e ossa, Pietro e Paolo, due esseri – come tutti noi – con pregi e difetti, “due figure di convertiti, che l’incontro col Cristo ha cambiato profondamente, a partire dal cambio del nome, conducendoli inevitabilmente verso gli altri, verso l’umanità intera”.
Tra i due una dialettica di rapporti – riflesso degli intrecci dei singoli percorsi nell’annunciare la parola di Dio – che mantiene nei decenni le rispettive autonomie di azione senza, però, far venir meno “il bisogno di un raffronto periodico per ricalibrare le rispettive missioni e, di volta in volta, le responsabilità dell’uno e dell’altro. Un incontro/scontro di personalità che vedrà i due percorsi culminare nello stesso luogo, condividendo lo stesso obiettivo e la stessa sorte: la città di Roma. Per Paolo essa diventa il luogo dell’annuncio del messaggio cristiano nel cuore del mondo, l’occasione per mostrarne tutta la sua portata universale” (capace di “raggiungere tutti”), mentre per Pietro rappresenta il “luogo dell’unità dei popoli, di giudei e pagani” (il “riunire tutti”). Unità e universalità, le due dinamiche di comunione della Chiesa, il suo respiro, la sua vita. “Come ci ha ricordato l’Arcivescovo – ha sottolineato Mons. Manservigi – Pietro e Paolo ci invitano a “crescere nella comunione”; che per voi, Insegnanti di religione (Idr), significa innanzitutto “camminare dentro la Chiesa, quella universale e quella diocesana”. In secondo luogo, “comunione tra voi”, e in terzo luogo “con l’intero corpo insegnanti, con gli studenti e le rispettive famiglie, ricordandovi quanto sia fondamentale conoscere il più possibile le singole vite dei propri alunni per meglio prendersene cura”.
“Importante – ha proseguito il Vicario – è non dimenticare il ruolo dell’IRC: non fare proselitismo, né catechesi ma mostrare l’importanza del cristianesimo come elemento fondante della nostra cultura, unitamente alla rilevanza della dimensione religiosa nella ricerca del senso dell’esistere e alla sua forte capacità di incidere nelle culture”. Un compito, l’insegnamento dell’IRC, che questo nuovo e ancora incerto periodo emergenziale, rende ancora più complesso e stimolante, poiché obbliga tutti a confrontarsi con i nuovi strumenti della didattica “a distanza” che, anche in futuro, avrà necessariamente un posto fisso a fianco di quella “in presenza”.
Dopo la messa Mons. Serafini si è fermato con gli insegnanti per alcune comunicazioni: concorso, didattica a distanza, importanza del rapporto con alunni e famiglie, corso di aggiornamento sulle religioni; e per ringraziarli, a sua volta, del lavoro svolto.