Un profilo dell’ex sindacalista CISL ferrarese tornata al Padre e il saluto-ricordo di don Viali a nome dell’Arcidiocesi

Lo scorso 28 giugno è tornata alla Casa del Padre Marisa Baroni, 91 anni, impegnata in ANTEAS Ferrara (Associazione Nazionale Tutte le Età attive per la Solidarietà – CISL), di cui era Presidente. Nata a Ferrara il 23 marzo 1934, dove è cresciuta, inizia a lavorare a 8 anni, mentre  frequenta la scuola elementare. Formatasi nella Gioventù Operaia Cristiana (GiOC), a 18 anni entra nella fabbrica alimentare “Lombardi” e subito inizia il suo impegno sindacale nella CISL; impegno che la porterà a Roma a ricoprire ruoli nazionali all’Ufficio confederale lavoratrici, alla Federazione nazionale dei pensionati e all’Ente turistico sociale italiano. La vita di Marisa Baroni è stata raccontata dalla giornalista Anna Vinci nel libro “Un’avventura sindacale. Marisa Baroni e la CISL” (Jaca Book, 2019).

Lo scorso 4 luglio è stata la chiesa dell’Addolorata di Ferrara ha ospitare i suoi funerali, presieduti dal parroco don Paolo Semenza.

Per l’occasione, don Francesco Viali (Direttore dell’Ufficio diocesano Pastorale Sociale e Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato) ha letto un saluto-ricordo che riportiamo integralmente qui sotto.

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Come incaricato diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro esprimo il cordoglio e la vicinanza del nostro Arcivescovo e della Chiesa di Ferrara-Comacchio per la morte di Marisa Baroni. In questi giorni ripensando alla vita di Marisa ho associato il suo ricordo a quella bella espressione di sant’Ireneo di Lione: «Cristiano diventa ciò che sei!» che, alla luce della testimonianza di Marisa, renderei così: «Donna diventa ciò che sei!».

Penso che queste ultime parole esprimano in modo sintetico, ma estremamente efficace, il programma di vita di Marisa, quel suo essersi impegnata sempre, per esprimere al meglio, quei doni che il Signore le aveva elargito, secondo quella sensibilità che le era propria.

Ha vissuto in pienezza il suo essere donna, impegnandosi in diversi ambiti della vita sociale, offrendo un indispensabile contributo per l’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, promuovendo una concezione della vita aperta al senso del «mistero», collaborando a rendere il mondo del lavoro più ricco di umanità.

«Donna diventa ciò che sei!». Marisa ha corrisposto a questo invito in particolare nelle tre tappe più significative del suo percorso umano e spirituale: quella legata alla Gioventù Operaia Cristiana (la GiOC), al sindacato e al volontariato.

Da lavoratrice, ha compreso l’importanza della missione della GiOC, ossia l’appartenenza ad un gruppo sorto con e per i lavoratori che ne promuovesse l’inestimabile valore, coinvolgendo in particolare i giovani operai, gli apprendisti, i disoccupati, i lavoratori precari e gli studenti.

Da sindacalista nella CISL, ha spianato la strada del pieno rispetto dell’identità femminile non solamente – come scrisse san Giovanni Paolo II nella sua lettera alle donne – «con la denuncia, pur necessaria, delle discriminazioni e delle ingiustizie, ma anche e soprattutto per un fattivo quanto illuminato progetto di promozione, che riguardi tutti gli ambiti della vita femminile, a partire da una rinnovata e universale presa di coscienza della dignità della donna».

Ed infine da volontaria, nell’ANTEAS. A lei ben si addicono le parole di papa Francesco con le quali, nel recente Giubileo del volontariato, ha descritto la figura del volontario come colui che, sull’esempio di Gesù, «serve il prossimo senza servirsi del prossimo […]. Nei deserti della povertà e della solitudine, tanti piccoli gesti di servizio gratuito fanno fiorire germogli di umanità nuova: quel giardino che Dio ha sognato e continua a sognare per tutti noi».

Quel giardino Marisa l’ha sognato, per quel giardino si è spesa senza riserve, con passione e dedizione per essere fedele a quelle parole che continuano a rendere vivo il suo lavoro, il suo impegno, la sua vita: «Donna, Cristiano, diventa ciò che sei!».

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