La sera nel Monastero del Corpus Domini. Fu ucciso per ordine di Cutolo
Venerdì 5 Maggio alle ore 21 nella Sala del Coro del Monastero del Corpus Domini di via Campofranco a Ferrara, si terrà un incontro per ricordare Giuseppe Salvia, vicedirettore del Carcere di Poggioreale fra gli anni Settanta e Ottanta.
È stato un fedele servitore dello Stato ucciso a soli 38 anni per ordine di Raffaele Cutolo, l’ergastolano che, dal Carcere di Poggioreale, guidava la Nuova Camorra Organizzata. Saranno presenti Antonio Mattone, giornalista, scrittore, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Napoli nonché responsabile sempre per la zona di Napoli della Comunità di Sant’Egidio, e Claudio Salvia uno dei due figli di Giuseppe che, all’epoca dell’omicidio del padre, aveva solo tre anni.
Purtroppo è stata fatta pochissima memoria di questa vicenda passata praticamente sotto silenzio perfino negli anni più vicini al suo assassinio. I funerali videro la partecipazione commossa di alcuni detenuti che conoscevano la sua umanità ma nessuna autorità di alto livello dello Stato era presente, nemmeno il Ministro di Grazia e Giustizia. Quella di Salvia è una storia da raccontare ancora oggi soprattutto ai giovani perché consente loro di ricordare i fatti del passato per cercare di capirli e trarne indicazioni utili per il presente e per il futuro. La memoria è fondamentale per una società; un paese che ne è privo, è condannato inesorabilmente a deperire. La storia di Salvia mostra come sia possibile lottare anche in ambienti che sembrano perduti. È stato un funzionario pieno di entusiasmo, che agiva con intelligenza in un ambiente degradato, a confronto con agenti di custodia talvolta umiliati dai boss altre volte integrati nel loro sistema ma quasi sempre impotenti.
Salvia ben presto, senza ricoprirne la carica, divenne il direttore di fatto; si assumeva facilmente le responsabilità, in un ambiente in cui aveva l’impressione che la dirigenza cercasse di evitare i problemi che apparivano irrisolvibili. Mattone, nel suo libro intitolato “La vendetta del boss. L’omicidio di Giuseppe Salvia”, ripercorre non solo la storia del vicedirettore ma descrive anche la vita nel carcere in quegli anni, con collegamenti anche ad alcuni avvenimenti che accaddero in quel periodo come il rapimento dell’ex assessore del Comune di Napoli Ciro Cirillo.
Nel libro di Mattone non manca la descrizione dei tanti aspetti umani dell’operato del giovane funzionario nei confronti dei detenuti, alleggerendo quando poteva la loro situazione, venendo incontro alle loro necessità e a quelle delle loro famiglie.
In diverse pagine del libro si comprende come l’umanità potesse andare perfettamente d’accordo con il rispetto della legge e dei regolamenti di cui vi era la necessità estrema in una situazione di grande degrado. Il rispetto delle norme giuridiche non è crudeltà: lo dicono bene la vita e l’umanità di Giuseppe Salvia.
(a cura degli organizzatori)
Articolo pubblicato su “La Voce” del 21 aprile 2023
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