Aumento dei prezzi delle abitazioni e caro mutui sono sempre più un problema. La situazione nazionale e locale

di Francesca Tani

Sempre meno italiani decidono di comprare casa, per colpa dell’inflazione, della perdita del potere d’acquisto, del repentino rialzo dei tassi d’interesse, degli stipendi rimasti fermi ormai da anni. L’incertezza sul futuro, dettata dalla guerra in Ucraina e dai timori per una possibile recessione economica, invitano al risparmio piuttosto che a fare spese importanti, specialmente se in ballo c’è un mutuo da 20 o 30 anni. Secondo i dati Istat in media nel 2022 i prezzi delle abitazioni sono aumentati del 3,8%, valore più alto mai registrato prima dal 2010. Questo aumento segue quelli registrati nei due anni precedenti, portando il valore degli immobili su livelli piuttosto alti, specialmente al Nord (+3,4% nel Nord-Ovest e +4,2% nel Nord-Est).

Chi decide di acquistare casa deve affrontare anche il problema del caro mutui. I tassi di interesse sono aumentati, di conseguenza il costo del mutuo diventa ancora più alto, sia per chi decide di scegliere il tasso fisso sia per chi opta per il variabile. Chi ha già contratto un mutuo a tasso variabile, invece, si ritrova a dover gestire una situazione davvero pesante. Secondo l’indagine dell’Osservatorio di Mutuionline di agosto 2023, il 93,4% delle domande di mutuo prevede l’opzione tasso fisso.  Secondo tale indagine i rialzi dei tassi hanno reso più selettivo l’accesso ai mutui, portando la crescita del reddito medio dei richiedenti a 2.904 euro. Se la durata media dei contratti resta invariata a 24,6 anni, l’importo medio richiesto tra luglio e agosto scende ancora di 0,9% rispetto al secondo trimestre, arrivando a 129.981 euro. Nonostante il quadro regionale frastagliato, gli importi medi richiesti sono in calo un po’ ovunque, ad eccezione del Molise, dove si registra un +8%. L’età media dei richiedenti scende soprattutto in Trentino, Umbria e Sicilia, mentre sale in Sardegna, Molise e Abruzzo. 

In questo quadro diventa davvero difficile per i giovani poter acquistare la prima casa, quella in cui diventare adulti, in cui vedere formare e crescere la propria famiglia.

Per favorire l’autonomia abitativa dei giovani di età inferiore a 36 anni che acquistano la prima casa e non hanno un ISEE superiore a 40.000, il decreto legge n. 73/2021 (noto come decreto “Sostegni bis”) ha introdotto nuove agevolazioni fiscali in materia di imposte indirette che si applicano agli atti stipulati nel periodo compreso tra il 26 maggio 2021 e il 31 dicembre 2023. Tali agevolazioni economiche consistono nell’esenzione dalle imposte ipotecaria e catastale e nell’accesso prioritario al Fondo di Garanzia per la prima casa grazie all’intervento dello Stato che, offrendo garanzie agli istituti di credito che concedono mutui di importo superiore all’80% del prezzo d’acquisto, consente di fatto ai giovani di acquistare con minimo apporto di denaro. 

Sicuramente è una misura importante, ma comporta difficoltà burocratiche che si uniscono a tutte le problematiche legate all’acquisto di un immobile, quali difficoltà al reperimento dell’immobile desiderato, tempi lunghi per completare l’acquisto, poca chiarezza in relazione a tutte le spese da sostenere (ad esempio notaio, provvigioni, tasse, spese condominiali).

Anche a Ferrara si registra un aumento dei prezzi delle case. Secondo i dati di Fimaa Confcommercio Ferrara in centro storico si può arrivare fino al costo di 4.000€al metro quadrato per immobili rigenerati secondo le ultime direttive. Fuori le mura, la zona Est ha il picco dei costi, soprattutto nei quartieri in cui il centro è raggiungibile a piedi o in bicicletta, arrivando a sfiorare i 3.000€al metro quadrato. Gli immobili vecchi senza alcun tipo di intervento recente hanno, invece, quotazioni basse sia in centro che in periferia, anche perché immuni dai prezzi di ristrutturazione decisamente aumentati negli ultimi anni in particolare per quanto riguarda i costi delle materie prime. Nella provincia di Ferrara, secondo Fimaa, quest’anno si è verificato un aumento delle compravendite, dopo il periodo di fermo in coincidenza con la crisi pandemica, stimato attorno al +4,3%, che riguarda primariamente la città, seguita dalle macroaeree di Comacchio e dell’Alto Ferrarese. Si registra tanta domanda e poca offerta e questo rende complesso trovare casa. Se a ciò si aggiunge l’inflazione e i tassi di interesse in crescita, il potere d’acquisto è veramente crollato. 

Per incentivare l’acquisto delle prime case sarebbe necessaria una politica di sostegno ai giovani e alle famiglie anche per far fronte al problema del calo demografico che sta sempre di più colpendo il nostro Paese.

Pubblicato sulla “Voce” del 24 novembre 2023

(Rubrica “Ferrara e il bene comune”)

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