Natale Raiti, siciliano, il locale l’ha ereditato nel 1975. Proprio lì, ha conosciuto colei che sarebbe diventata sua moglie, Anna. E ora la spina dorsale del ristorante-pizzeria sono i loro tre figli. Il racconto di una famiglia speciale
di Cinzia Berveglieri
Anna, dopo aver vinto un concorso, si è trasferita dalla Sardegna a Ferrara dove lavora in un ufficio dell’Inps.
Dalla Sicilia, Natale è arrivato a Ferrara dove deve trascorrere l’anno di leva obbligatorio, assolto il quale, acquista la pizzeria Este Bar, di cui era diventato cliente abituale durante il periodo di leva e si stabilisce nella cittadina estense.
È il 1975 e ben presto il profumo delle sue pizze si “sparge” per le vie del centro della città attirando molti clienti che non esitano a mettersi in coda ad aspettare che un tavolo di quel piccolo locale vicino al centro si liberi.
«Il siciliano fa un calzone strepitoso», dicono le colleghe di lavoro ad Anna, e la giovane donna, incuriosita, inizia a frequentare la pizzeria ancora ignara che presto diventerà la sua seconda casa.
Eh sì, perché, Anna sovvertendo la consuetudine che vuole che sia la donna a conquistare un uomo “prendendolo per la gola”, si innamora, prima del “calzone” dell’Este Bar …e poi del titolare che sa creare quella prelibatezza.
Il profumo delle pizze sarà la colonna sonora della loro storia d’amore tanto che gli amici, nel giorno del loro matrimonio ricorderanno loro come “tra un caffè e una margherita con l’amore è poi finita”.
Il racconto che Anna fa degli anni successivi al matrimonio parla di sogni coronati grazie a sacrifici e voglia di vivere in maniera gioiosa.
Ed è davvero contagiosa la commozione che prova mentre ripercorre la storia della sua vita di coppia che risulta imprescindibile dalla storia della pizzeria.
La clientela che diventa per loro quasi una mega famiglia allargata che inizia ad arrivare verso le 18 e mentre aspetta un tavolo condivide stralci di vita, aneddoti curiosi, gioie e preoccupazioni. Un via via di gente che continua fino alle 3-4 di notte.
Quel 17 gennaio del 1984, giorno in cui Anna e Natale hanno iniziato a lavorare fianco a fianco da soli.
La certezza di aver fatto la scelta di vita giusta in una città, Ferrara, che li ha accolti e “adottati” permettendo loro di realizzare molti sogni.
E la nascita di Mattia, Francesco e Marco che sono cresciuti tra i tavoli dell’Este Bar e che hanno deciso di portare avanti l’attività iniziata dai loro genitori.
«Mi ricordo di te, da quando eri alto così»:è questo che Mattia si sente dire quotidianamente dai clienti mentre indicano con le mani l’altezza del bordo del tavolo dove siedono.
Mattia che da geometra, dopo aver lavorato per due anni in ufficio, è ritornato letteralmente sui suoi passi, e guardando il padre negli occhi gli ha detto che «non voleva continuare a fare un lavoro che non lo rendeva felice tanto come lavorare nel loro locale».
È Mattia che ricorda quando, entrando nella pizzeria, trovava papà vinto dalla stanchezza, appisolato sulla macchina del caffè.
È lui che si rivede mentre gioca con i fratelli nella macchina che papà, dopo essere passato a prenderli a scuola, ha parcheggiato davanti alla pizzeria con l’intenzione di aprire il locale per poi farli scendere…e poi, preso dai numerosi clienti, si era dimenticato di farlo e loro continuavano tranquilli a stare insieme nell’abitacolo dell’auto.
È lui che, assieme ai fratelli, da 10 anni ha preso in mano le redini del ristorante-pizzeria, non stravolgendo ciò che i loro genitori hanno creato ma apportando modifiche che permettano di soddisfare le nuove esigenze dei clienti.
Così Marco, il pizzaiolo, ha introdotto nuovi tipi di pizza.
Francesco, il cuoco, ha rilanciato la cucina inserendo nuovi piatti e il menù degustazione, per soddisfare anche tutti i turisti che vogliono provare i piatti tipici di Ferrara.
E lui, Mattia, che cura l’aspetto estetico delle sale e dei tavoli rendendoli più accattivanti e ricercati.
È palpabile la grande soddisfazione che Natale e Anna provano nel vedere i figli che hanno deciso di portare avanti l’attività di famiglia.
Così come è palpabile il grande orgoglio che traspare dalle parole di Mattia quando ricorda: «papà è partito da zero. Per acquistare il locale accese 7 mutui, in altrettante banche, firmando cambiali per 48 milioni di lire. Assieme a mamma sono riusciti a trasmettere ai clienti il gusto della convivialità e il piacere di sedersi a tavola sentendosi accolti come in famiglia. Sono queste le basi su cui poggia il loro modo di essere che è diventato anche il nostro modo di essere».
La pizzeria-ristorante Este Bar nel 2025 festeggerà i 50 anni di attività.
La ricetta che Anna ha voluto cucinare per noi racchiude tutto il sapore della sua terra d’origine.
Fregola sarda con calamari, gamberi e vongole
Ingredienti:
Fregola (fregula in sardo)
Aglio
Olio evo
Calamari
Gamberi
Vongole
Vino bianco
Passata di pomodoro
Sale.
In una padella con aglio e olio si mette il pesce tagliato a pezzi, e si lascia cuocere per circa dieci minuti sfumandolo con il vino bianco.
In una pentola si rosola l’aglio con l’olio extravergine di oliva, poi si aggiunge la fregola, la si fa insaporire e la si cuoce per 15 minuti aggiungendo del brodo di pesce bollente.
A questo punto si aggiunge il pesce preparato in precedenza e si prosegue la cottura, aggiungendo un po’ di pomodoro e facendo in modo che il tutto risulti non troppo asciutto.
L’articolo fa parte della Rubrica mensile “Cucina divina” (storia n. 13)
Articolo pubblicato su “La Voce” del 21 aprile 2023
Abbonati qui alla nostra rivista!