Tresigallo, 7 giugno: Veglia di Pentecoste. Intervista al Vicario Generale mons. Massimo Manservigi

 

Pentecoste innanzitutto come segno di unità e reciproca comprensione, in primis nella Chiesa. Lo stesso Papa Leone XIV nella Messa di inizio Pontificato ha detto: «costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità»….

«Le parole di Papa Leone XIV inquadrano bene il senso della Pentecoste. La Chiesa nasce e si realizza ogni giorno per opera dello Spirito Santo che è amore, “procede” dal Padre e dal Figlio, e dona quell’unità e quella forza di testimonianza che costituisce la missione dei credenti. Ovviamente la Chiesa cammina nel tempo e dentro le vicende della storia, risentendo delle debolezze e divisioni tra gli uomini. Per questo l’amore di Dio va costantemente richiesto, invocato come un dono che discenda nei nostri cuori e li rinnovi. La costruzione dell’unità passa dalla conversione quotidiana all’Amore trinitario che ci rende in tal modo capaci di riversarlo su tutti i nostri fratelli. Non dimentichiamo che la Chiesa è prima di tutto la comunità di coloro che si sentono amati da Dio e fanno di questo privilegio un’occasione di dono: non lo tengono per sé ma sono spinti ad invitare tutti a riceverlo in egual misura».

Pentecoste anche come segno di speranza: come si lega, quindi, all’Anno giubilare in corso?

«Questa serata fa parte delle Giornate giubilari diocesane pensate per approfondire l’esame di coscienza alla luce delle sfide che il mondo ci presenta ogni giorno, e ha per titolo: “Comunicare Speranza: condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (1Pt 3,15-16)”. La realtà sta cambiando profondamente intorno a noi e la Chiesa è chiamata in questo anno giubilare proprio a dare ragione della Speranza che è in noi. Tuttavia ci possono essere degli ostacoli che rallentano o impediscono questo cammino, dovuti ai peccati comunitari, che ruotano intorno all’egoismo, all’invidia, alla gelosia, all’ira, ecc. Oggi dobbiamo più che mai prendere atto che il peccato ha formato delle strutture anche nelle nostre comunità. È  necessario prenderne coscienza e convertirci. Lo Spirito Santo verrà invocato sulla nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio, perché prenda il largo e annunci con franchezza il Vangelo».

Questa Veglia perché si è scelto di svolgerla a Tresigallo?

«Si tratta della terza tappa del cammino proposto dagli Uffici Pastorali e dai Vicariati – com’è ben illustrato nella Lettera Pastorale dell’Arcivescovo per l’anno Giubilare, “Segni dei tempi, segni di speranza” -, in cui si prosegue la riflessione sull’esame di coscienza iniziato il 9 marzo a S. Maria in Vado (rispetto a tutte le forme di povertà), proseguito a Comacchio il 12 aprile nella giornata dedicata ai Giovani, e ora a Tresigallo. Seguirà l’ultima tappa a Gavello, per la giornata degli Anziani, domenica 14 settembre. La ragione della scelta di Tresigallo viene dalla modalità con cui si sono organizzate le singole tappe, ovvero dalla collaborazione tra gli Uffici Pastorali e i Vicariati. In questo caso i Vicariati coinvolti sono quello di San Giorgio Martire e di Sant’Apollinare Vescovo e Martire che hanno scelto Tresigallo per una serie di ragioni pratiche in accordo con gli Uffici: Comunicazioni Sociali, Migrantes, Turismo/Pellegrinaggi e Pastorale del Tempo libero, Missionario, Ecumenismo; con il coinvolgimento anche del Consiglio Pastorale Diocesano e della Consulta del Laicato. Speriamo che questa occasione così importante per il cammino Giubilare sia davvero partecipata. Abbiamo preparato una locandina e un libretto per la Veglia molto particolari, con le illustrazioni di Maria Fortini. Davvero coinvolgenti».

Come si svolgerà?

«Il programma di sabato 7 giugno prevede il ritrovo a Tresigallo alle ore 20.30 davanti alla Casa della Cultura (via del Lavoro 2). Il pellegrinaggio partirà alle ore 20.45 per raggiungere la chiesa di Sant’Apollinare dove si terrà la Veglia in cui il punto culminante sarà l’esame di coscienza comunitario».

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 30 maggio 2025 

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