“8xmille, una firma che fa bene”. L’invito del nostro Arcivescovo a un gesto fraterno  

di mons. Gian Carlo Perego*

Cari fratelli e sorelle, carissimi presbiteri, diaconi, consacrati,

come ogni anno ritorna il tempo per scegliere la firma dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Non è un richiamo inutile, perché, se anche sono passati 40 anni da quando è stato introdotto questo nuovo Sistema di sostentamento del clero e delle attività di culto, pastorale e carità delle Chiese in Italia, ancora molti, per vari motivi, non firmano il foglio allegato alla dichiarazione dei redditi o non lo chiedono, qualora fossero esenti dal presentare la dichiarazione dei redditi. Questi motivi impegnano ogni cristiano ad essere responsabilmente uno dei canali di informazione su questo sistema oltre che esserne sostenitori.

Una firma, in questo caso, è come un voto: aiuta a decidere cosa sostenere tra le attività dello Stato e delle diverse Chiese e comunità religiose presenti in Italia. Non si tratta certamente di denigrare lo Stato – anche se molti sarebbero i motivi – o le altre comunità religiose per avere più fondi. Si tratta di far conoscere l’attività della Chiesa Cattolica. 

Alle 226 Diocesi italiane sono stati destinati 403 milioni per il sostentamento del clero, cioè per garantire una remunerazione dignitosa (da 1000 a 1500 euro al mese) a tutti i sacerdoti e Vescovi italiani, indipendentemente dalla parrocchia/Diocesi di destinazione o dall’incarico. Altri 158 milioni di euro sono destinati ogni anno alle attività di culto e pastorale, 109 milioni di euro per l’edilizia di culto e ai beni culturali e 150 milioni per le iniziative caritative in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. 

Queste cifre dicono che dalle firme alla Chiesa Cattolica nasce un riconoscimento dell’attività dei sacerdoti, è possibile sostenere progetti pastorali nelle nostre Chiese e l’attività liturgica, si ha cura del ricco patrimonio artistico religioso, fonte anche di un turismo che è una delle prime risorse per il nostro Paese, diventa possibile la vicinanza e l’aiuto alle persone, alle famiglie e ai popoli in via di sviluppo, che vivono una povertà crescente in Italia e nel mondo.

La nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio ha sempre beneficiato in questi anni delle risorse derivanti dalla firma per la Chiesa cattolica. Ogni anno ha potuto contare mediamente su due milioni e mezzo/tre milioni di euro che hanno sostenuto i nostri circa 150 preti,  la ristrutturazione di una o due case parrocchiali o di chiese, la costruzione di una chiesa nuova, che costituiscono un ricco patrimonio artistico e di fede, la creazione di nuovi spazi pastorali, un sostegno ai monasteri di clausura,  il contributo alle attività dei diversi uffici di Curia, al restauro di organi, di libri antichi, alle attività innumerevoli del volontariato e, soprattutto, della Caritas diocesana: mense, centri di ascolto, accoglienza ai rifugiati, alternative di pena ai detenuti, sostegno alle famiglie, microcredito… Senza queste risorse sarebbe faticoso mantenere tutte le attività liturgiche, pastorali e caritative in corso e aggiungerne altre. 

In questi anni avete potuto toccare con mano, in tante nostre comunità, il contributo dell’8×1000 alla nostra Chiesa grazie alle vostre firme. Speriamo di poter contare sempre sulla vostra firma, per continuare a dare fiducia a una storia di condivisione che traduce nell’oggi lo stile della Chiesa apostolica, che “metteva in comune le proprie risorse”, per sostenere il cammino delle nostre comunità. Come speriamo che ciascuno di voi diventi strumento per diffondere un sistema che responsabilmente impegna ogni persona, in questo caso, non a dare qualcosa per la Chiesa, ma a favorire la destinazione di risorse che ogni anno sono disponibili per le attività di culto, pastorale e carità. Anche una firma, in questo anno giubilare, può diventare un gesto e un “segno di speranza”. 

* Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

 

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Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 13 giugno 2025